“E’ il lutto della nostra Repubblica”

13389161_10154207193844836_1520131984_o-2I funerali solenni a Marsala del maresciallo Mirarchi, le parole del ministro Alfano, l’applauso della gente a un autentico servitore dello Stato

Anna Pizzo ed i suoi figli, Deborah e Valerio, la vedova e i figli del maresciallo Silvio Mirarchi, ammazzato martedì sera dai guardiani di una serra dove veniva coltivata marijuana (seimila piante, valore oltre i 4 milioni di euro), hanno trovato oggi a Marsala una enorme folla di cittadini, che ha voluto applaudire all’arrivo del feretro del maresciallo avvolto nel tricolore, dedicando quell’applauso a quello che il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha indicato come vero servitore dello Stato: “Il viso della Repubblica proprio nella giornata del 2 giugno – ha detto Alfano – è stato solcato da una lacrima per la morte di questo nostro servitore, il maresciallo Mirarchi , ucciso mentre serviva la Repubblica e lo Stato”. Vicinanza da tutti i presenti ai funerali solenni, che hanno affollato le navate della Chiesa Madre e il piazzale antistante, è stata espressa all’arma dei Carabinieri, presente il comandante generale Tullio Del Sette. Parole di solidarietà sono arrivate dai sindaci di Marsala, e Petrosino, Alberto Di Girolamo e Gaspare Giacalone, sindaci che per oggi nelle loro città hanno proclamato il lutto cittadino: “E’ un momento triste per l’Arma, è un momento triste per la città di Marsala – ha detto il sindaco Di Girolamo – colpita al cuore, colpita nelle istituzioni che lavorano per garantire la sicurezza di tutti”. “L’uccisione del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi – ha dichiarato il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone – è la triste ed ennesima dimostrazione che in questa parte dell’Italia combattiamo a mani nude per difendere i valori di democrazia, libertà e legalità. Sappiano i rappresentanti e le alte cariche dello Stato che da queste parti le forze dell’ordine sono state lasciate a combattere e difenderci con armi impari”. A celebrare i funerali solenni sono stati il vescovo di Mazara, mons. Domenico Mogavero, e l’ordinario militare d’Italia, mons. Santo Marcianò. Non sono passate inosservate assieme alle bandiere tricolori sventolate sulla piazza, quelle dell’associazione Libera che ha voluto esprimere concretamente cordoglio e solidarietà ai familiari del maresciallo e a tutti i carabinieri. In Chiesa c’era anche Vincenzo Agostino, il genitore dell’agente, Antonino Agostino, ucciso il 5 agosto 1989 assieme alla moglie Ida Castelluccio. Sul piano delle indagini una nota diffusa dal pm Sessa ha confermato che i due carabinieri, Mirarchi e l’appuntato che lo accompagnava nella perlustrazione, sono stati subito affrontati a colpi di arma da fuoco mentre, qualificandosi, si apprestavano ad entrare nella serra. Chi ha sparato dunque sapeva di trovarsi dinanzi dei carabinieri. Le indagini in corso portano verso Partinico a maggior ragione dopo l’arresto del proprietario della serra, Francesco D’Arrigo,originario e residente nel centro palermitano. Storicamente Partinico è una zona dove è rilevante la coltivazione delle piante di cannabis, tanto da meritare il soprannome di Medellin (la capitale colombiana nota per i traffici di cocaina), Partinico, si dice, la Medellin della marijuana. Sembra proprio che i gruppi criminali di Partinico da tempo abbiamo trasferito le loro coltivazioni di cannabis tra Marsala, Mazara e Calatafimi, sia per le tante serre abbandonate e “riconvertite” alla marijuana (recentemente a Marsala sono state scoperte 10 mila piante, oltre le 6 mila che si trovavano nelle serre teatro del delitto del maresciallo Mirarchi), altre 35 mila piante a Calatafimi. Mentre erano in corso i funerali sono proseguite le attività investigative, ininterrotte dalla notte di martedì, perquisizioni e controlli, tanti i pregiudicati convocati nella caserma dei carabinieri di Marsala, attività incessante, l’intenzione è quella di arrivare presto alla cattura dei killer del maresciallo.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.