Operazione della Squadra Mobile , si fa luce su rapine e raid
Cinque persone in carcere, un’altra agli arresti domiciliari. La Squadra Mobile di Trapani ha eseguito nella notte gli arresti disposti dal gip Cersosimo, giudice del Tribunale di Trapani, su richiesta del pm Andrea Tarondo. L’operazione è stata denominata “Red Gang” l’ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto due pregiudicati già in carcere, Massimiliano Voi di 41 anni e Francesco Salerno Paolo di 33 anni, gli altri arrestati sono Annibale Baiata di 32 anni, Giuseppe Barraco di 39 anni, Claudio Viviani di 43 anni. Agli arresti domiciliari Antonio Voi di 20 anni. Contro gli arrestati le accuse per due colpi messi a segno nel mese di gennaio, tra questi quello del furto alle poste di Erice vetta quando i banditi cercarono di portarsi via la cassaforte ma durante il trasporto cadde dal furgone e fu abbandonata in strada. Ma non solo. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di furto aggravato, detenzione, porto e alterazione di armi da fuoco, spari in luogo pubblico. Le indagini degli uomini della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Trapani hanno accertato che gli indagati erano dediti alla commissione di reati di varia natura, in particolare allo spaccio di droga (cocaina e hashish), alla detenzione illecita e porto di armi da fuoco e a reati contro il patrimonio. Dopo aver fatto prove di sparo per controllarne l’efficienza, le armi venivano utilizzate nella commissione di furti e di rapine. Droga e armi, perché i guadagni ottenuti con le rapine venivano investite nell’acquisto di grandi quantità di droga – il 5 febbraio 2016, Massimiliano Voi e Francesco Paolo Salerno furono arrestati in flagranza dalla Squadra Mobile, perché trovati in possesso di oltre 5 kg di hashish di ottima qualità e di diverse cartucce per pistola e fucile. Secondo le indagini il clan era in possesso di armi anche di un fucile a canne mozze oltre che una pistola. Abili nel maneggio di pistole e fucili, Massimiliano Voi il figlio Antonio e Annibale Baiata si esercitavano nel tiro non solo in campagna ma anch’esso sul tetto dell’abitazione . Gli indagati, come emerge con chiarezza dal tenore delle conversazioni intercetta del Voi, nel centro della città, sparando ripetutamente anche durante le festività di Capodanno. Le armi venivano trasportati a bordo delle autovetture che gli arrestati utilizzavano per mettere a segno i “colpi”. Eclatante il contenuto di alcune conversazioni i tra gli indagati, Massimiliano Voi e’ stato ascoltato a spiegare al figlio Antonio l’uso delle armi, in particolare del fucile a canne mozze: “altro che pistola! …Fa una rosata che ne prendi quattro!”. L’ordine di Massimiliano Voi era poi quello di fare le rapine ma mai disarmati: “…basta che una pistola, una cosa l’abbiamo…senza armi non ci dobbiamo stare mai…”. Le indagini continuano, perché il sospetto è quello che molte delle rapine commesse nel trapanese recentemente siano da ricondurre agli arrestati. In particolare Giuseppe Barraco è stato sentito a parlare , dai poliziotti che lo intercettavano , di gruppi di giovani pronti e disponibili per andare a compiere rapine ordinate dal vertice del clan, vere e proprie “batterie” incaricate di compiere sopralluoghi e mettere a segno le rapine.