Si erano confusi tra gli oltre 600 migranti arrivati a Trapani lo scorso 7 luglio
Due presunti scafisti sono stati arrestati dai poliziotti della Squadra Mobile di Trapani. Si tratta di Mohammed Fall, senegalese e Babacar Thior, nativo del Gambia, tutti e due ventenni. Sono stati individuati tra i migranti approdati a Trapani lo scorso 7 luglio, in 656 erano stati soccorsi in mare e trasportati nel porto trapanese dalla nave militare tedesca Werra. I migranti soccorsi facevano parte di cinque distinte imbarcazioni, ed i soccorsi erano scattati in acque internazionali, a circa 20 miglia dalle coste libiche, tra le città di Sabhrata e Tripoli. I migranti, ascoltati dai poliziotti presso l’Hot Spot di contrada Milo, sono risultati essere di diverse nazionalità, provenienti in prevalenza dalla Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Senegal, Mali, Burkina Faso, Kenia, Togo, Bangladesh, Niger, Cameroun e Marocco. Tutti quelli sentiti hanno raccontato di essere partiti dalla costa libica, dopo aver pagato, per lo stesso viaggio, centinaia di dinari ed euro cadauno ad intermediari di un’organizzazione libica. Alcuni dei migranti hanno anche raccontato di difficoltà insorte durante la navigazione. In una delle barche era scoppiata una rivolta che gli scafisti hanno sedato minacciando di gettare i migranti in mare o addirittura di invertire la rotta nuovamente per la costa libica. In particolare poi hanno raccontato come i due arrestati erano in possesso di bussole e telefoni satellitari consegnati loro da “faccendieri libici” prima di prendere il mare. Nel momento in cui poi è scattato il soccorso in mare da parte della nave militare tedesca , i due Thior e Fall, si sono allontanati dai rispettivi timoni delle barche da loro condotte in mare, disfacendosi anche degli indumenti, per mischiarsi così ai migranti. I due presunti scafisti sono stati prima posti in stato di fermo e successivamente associati presso la Casa Circondariale di Trapani, nel frattempo il gip su richiesta della Procura ha confermato la custodia cautelare in carcere.