Sequestro contro i Burzotta

Indagini della Dia di Trapani, sottratti beni per 4 milioni di euro

Dia-640Un colpo da 4 milioni di euro. A tanto ammonta il sequestro di beni che colpisce due imprenditori mazaresi, col pallino della politica. Sono Giuseppe e Andrea Burzotta, padre e figlio. Giuseppe fu consigliere comunale a Mazara negli anni ’90 e fu arrestato ( operazione Petrov marzo ’94) ma poi assolto dalle accuse di mafia. Il figlio, Andrea, e’ stato consigliere provinciale e ora è’ consigliere comunale. La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha sequestrato loro i propri beni eseguendo il provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione – a conclusione delle indagini condotte dalla sezione Dia di Trapani e coordinate dal Procuratore Aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della D.D.A. di Palermo. Giuseppe Burzotta già sorvegliato speciale, pur non annoverando a proprio carico condanne per mafia rientra nel novero dei soggetti indiziati di “appartenenza” ad una associazione di tipo mafioso, avrebbe costantemente fornito “supporto economico e finanziario a membri della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, ovvero a familiari degli stessi, ovvero ancora ad imprenditori indicati dai medesimi membri del sodalizio criminale”. Le attività tecniched’intercettazione, i riscontri bancari e le numerose testimonianze acquisite hanno dimostrato che Burzotta avrebbe ricavato le risorse economiche, necessarie all’attività di sostentamento di taluni componenti del sodalizio mafioso mazarese, attraverso il sistematico ricorso ad attività finanziarie illecite oltre che alla gestione occulta di imprese intestate a compiacenti prestanomi. Il figlio Andrea sarebbe complice del padre nell’attività di trasferimento fraudolento di beni.Gli accertamenti economici e reddituali effettuati dalla D.I.A. trapanese hanno evidenziato, altresì, l’esistenza di un patrimonio il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dai due congiunti. Fra i beni sequestrati figurano: 11 fabbricati; 9 tra autocarri ed autovetture;25 lotti di terreno; 39 rapporti bancari; l’intero capitale sociale ed il compendio aziendale di 4 società.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.