Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro.
(Bertrand Russell)
Agosto è il mese delle tanto attese ferie per molti lavoratori, il periodo di vero stacco per molti studenti universitari e non solo. Un mese quasi osannato e atteso perchè, soprattutto in alcune località, tutto sembra andare davvero in ferie, compresi uffici, aziende e servizi. Ma è davvero così splendente e gioioso questo mese?
L’estate è anche il periodo in cui si registra un grande picco di attacchi di panico, con conseguente richiesta di supporto presso i pronto soccorso, e di depressione, non è raro l’aggravarsi poi di malattie e psichiche e disturbi di natura mentale. Complici sia la fase di stallo del cosiddetto “staccare la spina”, sia una serie di preoccupazioni e angosce che la routine quotidiana solitamente riesce a tenere lontane dalla mente con buona pace di chi si “butta” nel lavoro e nel “da fare” proprio per non sentire, non pensare. Paradossalmente, ma poi non tanto, è proprio nel momento in cui si “stacca” che il corpo si rilassa, abbassa il livello di adrenalina, e da spazio alla possibilità di sentire fatica, stanchezza, dolore; per questo motivo noi è poi tanto raro che accada che subito dopo un periodo particolarmente intenso il momento del riposo si trasformi invece nel momento dello sfogo di malattie organiche e psicosomatiche, è il corpo che cede dopo aver fatto tanto per stare dietro ad una mente in iperattività. Allo stesso tempo l’estate è il periodo in cui si mettono in gioco tanti aspetti che l’inverno tende un po’ a celare, e così la prova costume e il rapporto con la bilancia possono diventare altri aspetti che si vivono con nervosismo e angoscia.
A tutto questo può aggiungersi l’ansia di organizzare vacanze al limite del perfezionismo e piene zeppe di cose da fare, persone da vedere, posti da visitare, il tutto come se invece che un relax fosse un altro lavoro presso cui timbrare cartellino e produrre risultati a fine giornata.
Le vogliamo chiamare ancora vacanze queste? Beh, ci sono aspetti del carattere di ciascuno di noi che non vanno certo in vacanza, e certi lati del proprio modo di fare che non possiamo certo sotterrare sotto la sabbia, ma un po’ di sana noia, qualche momento di vero lasciarsi andare alle leggerezze, e al non programmato, ce lo si può certo concedere per non vivere con ansia anche quello che dovrebbe consistere nel nostro riposo. Allentare un po’ le cinture di sicurezza, pur senza sporgerci troppo laddove non siamo pronti, potrebbe far bene a noi e a chi ci sta intorno. Accettare quello che siamo e che le diete così come le attività rimandate non possono essere risolte miracolosamente in 15 giorni sui 365 disponibili potrebbe essere un’altra valida alternativa per non fare vacanza solo ad agosto ma concedersene un po’ ogni giorno della propria vita.