Costrette a lavorare davanti un cancello e senza stipendio. Lavoratrici dell’Ipab Castellammare del Golfo chiedono risposte al Sindaco Coppola e al Governo Crocetta

Regina Elena Ipab Castellammare del GolfoCASTELLAMMARE DEL GOLFO. Il turno di lavoro inizia alle otto del mattino davanti i cancelli del loro edificio. E’ questo l’inizio della giornata per sette lavoratrici dell’ex Ipab Opera Pia Istituto Regina Elena e Vittorio Emanuele II di Castellammare del Golfo.

Niente agibilità della struttura, niente chiavi e niente stipendio da 81 mesi per Vincenza, Maria, Santina, Angela, Liboria, Agata e Rosa. E’ andata meglio agli altri due lavoratori dell’Ente, Gregorio Chiarenza e Francesco Serina, che si troverebbero a lavorare al Comune di Castellammare grazie ad una convenzione formulata solo con loro due e non con tutti.

Una struttura che negli anni ha subito il peso di tantissime trasformazioni, strumentalizzazioni, interessi politici e quant’altro: tutto a discapito dei lavoratori.

La situazione è precipita nel 2014 quando Francesca De Luca, nominata commissario straordinario dell’Ente dalla Regione, formula un ATS con la cooperativa Letizia, gestita da Lorenzo La Rocca, per conto dell’ex deputato Norino Fratello, affidandogli la struttura gratuitamente per adibirla a centro di accoglienza per immigrati. Quest’ultima, però, viene poi travolta da una bufera giudiziaria sul business dei migranti chiudendo i battenti nel novembre del 2015.

Ed ecco che arriva il Commissario Straordinario Vincenzo Reitano, inviato dalla Regione Siciliana, che prova con tante difficoltà a risollevare l’ente ormai distrutto da barbarie e speculazioni politiche perpetrate negli anni.

Ma in effetti c’è poco da salvare e il piano della Regione è chiaro fin da subito: chiudere l’Ente. Ad occuparsene è  l’Assessore Regionale Gianluca Miccichè (UDC) che ne decreta l’estinzione senza dare alcuna prospettiva ai lavoratori. Decreto che qualche settimana fa è stato poi impugnato al TAR dall’Amministrazione di Castellammare del Golfo, guidata da Nicola Coppola che commenta: “Come ho già fatto presente – spiega il Sindaco – all’assessore regionale alla Famiglia ed al commissario straordinario, non è accettabile che il personale Ipab “Regina Elena” venga abbandonato al proprio destino in attesa di non chiari provvedimenti”.

Tra l’altro l’Amministrazione, com’è giusto che sia, non vuole prendersi in carico i debiti dell’Ente, ma solo salvaguardare l’immobile. “Tuttavia – commenta Coppola – come ho già fatto presente in più circostanze, è altrettanto inaccettabile che la Regione voglia costringere il Comune a farsi carico di personale e debiti per due milioni di euro che in larga parte sono le retribuzioni e i contributi dovuti, così da andare incontro al dissesto finanziario dell’Ente. Sarebbe un atto irresponsabile da parte di questa amministrazione”.

Quello che però il Sindaco dimentica è che proprio lui è stato per anni consulente del lavoro dell’ente e, ad oggi, l’affare rimane ancora in famiglia presso il suo studio con il supporto della figlia. Tante le anomalie e gli interessi politici che negli anni si sono susseguiti a discapito sempre degli ultimi, i lavoratori.

Oggi, le lavoratrici chiedono a gran voce una cosa sola: risposte sul loro futuro. Qualcuno adesso tra il Sindaco Nicolò Coppola e il Governatore Rosario Crocetta queste risposte le dovrà dare e non potrà più girarsi dall’altro lato e far finta di non vedere.

 

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Marcello Contento nasce a Palermo nel 1982, vive la sua vita tra la Sicilia e la Toscana. Giornalista, insegnante di economia aziendale e lettore incallito di Tex e Alan Ford.