“Non c’è stata alcuna appropriazione”

L’associazione antiracket di Marsala e l’uso del nome di Paolo Borsellino. La risposta al dott. Manfredi Borsellino: “Mai ricevuto avallo ma nessuna speculazione, solo la difesa delle vittime delle mafie”

tribunaleIl caso è noto. Giorni addietro il dott. Manfredi Borsellino ha diffidato l’associazione antiracket di Marsala a utilizzare il nome del padre “per non avere mai dato l’avallo”. Adesso l’associazione interviene per fare chiarezza. Il presidente Antonio Salvatore Chirco ha fatto sentire la sua voce: “Non vi è stata da parte nostra una indebita strumentale appropriazione del nome del compianto dottor Paolo Borsellino”. E ancora: “C’è una corrispondenza in corso con il dott. Manfredi Borsellino che risale al 18 maggio 2014 che ci apprestiamo a perfezionare. Per iscritto certamente, ma il nostro desiderio è anche quello di incontrare il dott. Manfredi Borsellino al fine di chiarire sino in fondo quello che è accaduto in questi anni e rinviare all’esito di questo incontro il percorso che l’associazione dovrà compiere. Ma su di una cosa intendiamo essere chiari. Nella fase di trasformazione anche statutaria dell’Associazione Antiracket onlus di Marsala, nel momento in cui i soci hanno condiviso la proposta di intestarla al dottor Paolo Borsellino, sono stati contattati alcuni familiari per la preventiva autorizzazione, giungendo ad una corrispondenza con il dottor Manfredi Borsellino che, in una sua mail di risposta delle ore 23,16 del 18 maggio 2014 apprezzava il nostro garbo d’aver chiesto l’autorizzazione ad utilizzare il nome del padre, garbo che in passato altre associazioni o premi non avevano avuto. In quella circostanza lo stesso ci augurava il raggiungimento di risultati importanti. Qualche giorno dopo (21 maggio 2014) comunicammo il cambio di denominazione e non seguì altra corrispondenza. Con ogni probabilità il nostro errore è stato quello ritenere, la mail di risposta sopra ricordata, come un “avallo” alla nostra attività, avallo che, evidentemente, non c’è mai stato; ne prendiamo atto, è stato, evidentemente, un errore di valutazione dettato dall’entusiasmo di cui ci scusiamo sinceramente”. La vicenda ha smosso parecchio le acque già in parte agitate ad arte nel mondo dell’antimafia, ma su questo l’associazione ha le idee chiare: “A tutti coloro i quali si sono più o meno interessati alla vicenda, anche a coloro i quali l’hanno fatto con lo spregevole obiettivo di distruggere un’associazione fatta di storia e d’impegno, desideriamo dire che le costituzioni di parte civile nei processi penali sono state fatte intanto per conto e nell’interesse di molte vittime delle mafie; non ci siamo mai permessi anche per un solo istante di sfruttare l’intoccabile e inviolabile nome del dottor Paolo Borsellino”.

tribunale-3L’associazione antiracket di Marsala rivendica il fatto di avere perseguito una precisa azione, “trasferendo l’impegno per la legalità e contro la mafia dalle aule dei Tribunali dentro le istituzioni pubbliche e soprattutto nelle scuole. Noi la pensiamo e continueremo a pensarla in questo modo: non ha senso costituirsi come società civile, attraverso gli enti locali o le associazioni, nei processi se poi i dati processuali non vengono materialmente trasferiti verso la pubblica conoscenza. Noi il nostro lavoro lo conduciamo in questo modo, grazie al volontario impegno di tanti nostri associati: portando nelle scuole, in mezzo alla società civile, ad ogni utile occasione tutto quello che avviene nei Palazzi di Giustizia, volendo far scorrere la conoscenza dei fatti lungo tutto il nostro Paese”. Sfruttando la giusta rivendicazione del dott. Manfredi Borsellino c’è chi ha fatto intendere che dietro l’azione di costituzione di parte civile nei processi di mafia vi erano interessi economici precisi: “La cosa – dice il presidente Chirco – ci ha fatto impressione ma ci ha fatto anche sorridere. Ci ha fatto impressione perchè è dimostrato come certuni si occupano giornalisticamente di processi per mafia ed estorsione non occupandosi di leggere le sentenze. Se lo avessero fatto oltre che potere parlare in modo compiuto e non alla carlona dei processi contro le mafie, avrebbero potuto ben conoscere le entità dei risarcimenti e quando ci sono in che modo poi vengono utilizzati. Le parcelle sono nella maggior parte dei casi irrisorie ma non ce ne facciamo cruccio perchè l’associazione non è uno studio legale con il quale guadagnare, ma è solo e soltanto un’associazione che intende sostenere la lotta sociale contro le mafie e soprattutto accompagnare alla denuncia chi è minacciato in qualsiasi modo dalle mafie e da altri inqualificabili soggetti. A proposito di costituzione di parte civile nei processi di mafia teniamo a precisare che i Tribunali dopo ben 20 udienze (questa è la media) liquidano normalmente al difensore la somma di € 2.500,00 (spese di viaggio comprese) + cassa avvocati 4% ed i.v.a. 22%; su tale somma ovviamente vanno pagate le tasse (45-50%)….questo è il business!”. Il presidente Chirco così conclude: “Assicuriamo e ribadiamo, la nostra attività è priva di ogni tipo di venalità, non mira alla cattura di guadagni o consensi. La nostra attività è anche di assistenza giudiziaria che spesso alle vittime è impedita per diverse ragioni. La nostra attività è costantemente al vaglio degli organi istituzionali preposti ai controlli, e al vaglio di questi organi oggi come ogni giorno”.

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