Tragedia della Sansovino. E’ il trapanese Salvatore Virzì, pronto a soccorrere i colleghi, finito anche lui in ospedale
Non ha esitato a scendere nel locale “sentina” per cercare di dare aiuto ai suoi compagni di lavoro, ma anche lui è finito in ospedale, per avere respirato quei fumi tossici. E’ il comandante della Sansovino, Salvatore Virzì. Diventata a Messina la nave della morte. Un traghetto della flotta ex Siremar passato alla Sns della famiglia Franza e dell’armatore Morace. Un traghetto usato sulla rotta delle Egadi ma anche a Lampedusa. I lavori di manutenzione ieri pomeriggio sono stati fatali per tre marittimi: il primo ufficiale, Christian Micalizzi , il secondo ufficiale, Gaetano D’Ambra, l’operaio Santo Parisi, uccisi dalle esalazioni miste di acido solfidrico e nafta. Tra i feriti il comandante Virzì, trapanese, parecchio conosciuto nell’ambito della marineria trapanese, persona sempre pronta e disponibile e lo ha dimostrato anche ieri pomeriggio a Messina non esitando a dare aiuto , è stato lui a salvare il marinaio, Ferdinando Puccio, stordito dai fumi tossici , lo ha trovato all’ingresso della camera stagna che era diventata una trappola micidiale. In ospedale a Messina (riferisce la cronaca scritta per Repubblica da Salvo Palazzolo) Virzì continua a ripetere che non c’è stato tempo per capire cosa stesse accadendo. Procura di Messina, Capitaneria, il Ris dei Carabinieri e i Vigili del Fuoco stanno lavorando per ricostruire l’accaduto, i parenti delle vittime disperati accusano la società che stava cercando di rimettere in sesto una nave troppo vecchia. Il presidente della Repubblica Mattarella ha espresso cordoglio: «Prendo parte con commozione al dolore delle famiglie dei lavoratori di Messina. Ribadisco con forza l’esortazione a fare di tutto perché non si ripetano queste gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettabile in un Paese come il nostro». Anche il ministro del lavoro Poletti è intervenuto sulla tragedia: «è una tragedia che rappresenta un monito, per tutti, sulla necessità di intensificare ancora di più l’impegno per la prevenzione». In serata ieri anche la parole del premier Renzi: «È un dolore insopportabile una ferita nel cuore dell’Italia che lavora». Vanno giù pesanti i sindacati , «altre vite umane si aggiungono alla tragica e fitta schiera delle morti bianche, indegna di un Paese civile». Dall’armatore della Caronte & Tourist poche parole «grande dolore» e «vicinanza alle famiglie».