CASTELLAMMARE DEL GOLFO. È stato condannato a 12 anni di carcere il castellammarese B.A. di 46 anni per “violenza sessuale pluri aggravata” nei confronti della figlia, all’epoca quindicenne.
La vicenda creò sgomento in città nel settembre del 2015, dopo l’arresto dell’uomo da parte dei Carabinieri della compagnia di Castellammare del Golfo. I fatti risalgono ai mesi di febbraio e luglio del 2015.
Nella giornata di ieri, il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Trapani, dott. Emanuele Cersosimo, a seguito di rito abbreviato ha condannato B.A. alla pena detentiva di 12 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale pluri aggravata e continuata ai danni della figlia minore B.C., assistita dall’avvocato Ernesto Leone. Il Giudice inoltre ha dichiarato decaduto l’uomo dalla responsabilità genitoriale sulla figlia.
I fatti
Le indagini effettuate dai Carabinieri di Castellammare del Golfo, guidati dal maresciallo Luigi Gargaro, dopo una celere ma dettagliata azione d’indagine, hanno messo in luce uno “spaccato sociale caratterizzato da degrado e soprusi”, una storia difficile da raccontare anche dagli stessi uomini dell’Arma.
Dal processo è emerso che la ragazzina, appena quindicenne all’epoca dei fatti, veniva costretta dal padre in più occasioni ad intrattenere rapporti sessuali. Vicenda che inizialmente non trovò il sostegno dei familiari, ma soltanto grazie al successivo supporto della nonna e del fratello la giovane riuscì a trovare il coraggio di denunciare tutto. Così, dopo una serie di riscontri e indagini, i carabinieri coordinati dal Capitano Savino Capodivento della Compagnia di Alcamo hanno fatto scattare le manette per il 45enne castellammarese, che ne frattempo stava pianificando la fuga dalla città, e condotto nel carcere San Giuliano di Trapani.
La sentenza di ieri del GUP ha così sancito la penale responsabilità di B.A., a termine di una delicata vicenda in cui la minore è stata sottoposta prima ad incidente probatorio, e successivamente ad audizione in forma protetta. Il Giudice ha altresì disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Trapani per alcuni soggetti facenti parte del nucleo familiare dell’uomo, per le determinazioni di competenza in ordine ai reati di favoreggiamento, calunnia ed altre fattispecie di reato.