Come le emozioni influenzano i ricordi, e viceversa…

“È una ben povera memoria quella che funziona solo all’indietro.”
Lewis Carroll

magritte-uomo-senza-memoriaChi ricorda dove si trovava e cosa faceva l’11 settembre 2001? Quanti di voi saprebbero esattamente dire in che circostanze hanno appreso dell’attacco terrostico che ha segnato l’inizio del nuovo millennio e che tutt’oggi viene ricordato come l’inizio di una nuova fase storica? Molti. La risposta è che molti hanno piena coscienza di quel momento perchè la catena di eventi che si sono succeduti nell’arco di poche ore, e che rimbalzavano nelle tv di tutto il mondo, ha lasciato un segno indelebile nella memoria di ciascuno.

La forte attivazione emotiva crea dunque ricordi piuttosto vividi, delle vere e proprie istantanee di momenti che nel tempo vengono ricordate con dovizia di particolari. Si chiama effetto Now Print o delle Flashbulb  Memories (Brown e Kulik, 1977)  perchè imprime nel cervello una fotografia di quanto sta accadendo per la forte eccitazione collegata all’evento.

Memoria ed emozioni sono inscindibili processi che si influenzano l’un l’altro sempre, non solo nel caso degli eventi come quello appena citato, ma anche in circostanze più personali e intime. La memoria riguarda tutti i sensi che possediamo, e ha perciò componenti olfattive, visive, uditive, gustative e tattili, tanto che può essere stimolata da contenuti di ognuno di questi distretti. Questo accade sia in entrata, cioè quando la memoria viene creata, che in uscita per così dire, cioè quando quella memoria viene ripescata grazie all’attivazione di uno stesso stimolo o di uno simile all’orginale. Vi è mai capitato di tornare con un odore particolare ad un momento della vostra vita in cui quello stesso profumo significava qualcosa di speciale (una persona cara, un cibo preparato da qualcuno che nel tempo è poi venuto meno…), ecco è questo che succede anche con le immagini, i suoni…

Così come il ricordo si imprime meglio in memoria se è carico emotivamente allo stesso modo accade che la memoria di eventi passati sia in grado di influenzare le emozioni future. Dunque emozioni e memoria si influenzano in maniera tutt’altro che unidirezionale. Tendiamo, infatti, a fare dei processi associativi in continuazione, per risparmiare tempo, perchè sono automatici e perchè ci permettono di orientarci nella realtà. Così accade che un’ esperienza negativa si ripeta tante volte anche perchè ogni volta che ci apprestiamo a riviverla ci predisponiamo con l’aria di chi sa già come andrà a finire (conoscete la profezia che si autoavvera?), analogamente se qualcuno che stiamo conoscendo per la prima volta ha una vaga somiglianza con qualche persona che abbiamo conosciuto in passato. Talvolta non diamo nemmeno il tempo di dimostrare o mostrare le sue doti che già abbiamo etichettato chi ci sta di fronte come appartenente alla stessa categoria del suo (malgrado lui non ne sappia niente) simile.

Nel caso in cui le emozioni influenzano la nostra capacità di ricordare un evento, una situazione, degli apprendimenti… tanto di guadagnato perchè vuol dire che i due processi stanno collaborando e noi possiamo trarne beneficio. Ma quando accade il contrario e le memorie passate sono capaci di influenzare le nostre emozioni future al punto da renderle aride, dolorose… si può spezzare una simile catena di effetti? Si, perchè anche se è molto automatica e nonostante funzioni da sè nella maggior parte dei casi si può decidere di “ristrutturare” e archiviare il ricordo attraverso un’opera di volontà e attenzione, che in alcuni casi può richiedere l’aiuto di uno specialista, e conservarlo in un cassetto della mente affinchè non continui ad interferire con il presente.

 

 

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Simona De Simone, psicologa e psicoterapeuta. Divoratrice instancabile di libri e del buon cibo. Appassionata di scrittura e mamma di Alqamah sin dal principio.