CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Da più di sette anni non percepiscono stipendio e vivono nell’assoluta incertezza del loro futuro. E’ questa la situazione in cui si trovano sette lavoratrici, dell’ex Ipab Opera Pia Istituto Regina Elena e Vittorio Emanuele II di Castellammare del Golfo. Oltre a loro, a dire la verità, ce ne sarebbero altri due, Gregorio Chiarenza e Francesco Serina, che al momento si troverebbero occupati presso il Comune di Castellammare del Golfo grazie ad una convenzione formulata ad hoc.
Tutti, per tantissimi anni, hanno lavorato all’interno della struttura IPAB di Castellammare del Golfo, continuamente violentata da interessi economici e politici, e poi polverizzata sia dal punto di vista strutturale che sotto l’aspetto economico finanziario.
Nell’estate del 2016, a dichiarare la chiusura definitiva dell’ente è l’Assessore Regionale Gianluca Miccichè (UDC) insieme al Governo Rosario Crocetta. Con un decreto ha sancito la definitiva estinzione dell’Ente, senza alcuna prospettiva per i lavoratori. Decreto poi impugnato dall’amministrazione di Castellammare, guidata dal Sindaco Nicola Coppola, e temporaneamente sospeso su decisione del Tar.
Ogni giorno, però, le domande delle ex lavoratrici dell’ Ipab sono sempre le stesse: in attesa di questa sentenza cosa dobbiamo fare? E a prescindere dall’esito quale sarà il nostro futuro? Siamo stanche di continue promesse, rinvii e prese in giro. Cosa ne sarà di noi?
In questi anni, diversi sono stati i tentativi, da parte delle lavoratrici, di ottenere un incontro diretto con il Prefetto di Trapani, prima Leopoldo Falco e adesso Giuseppe Priolo. Ma ancora, ad oggi, nessuna interlocuzione diretta è avvenuta.
Nella giornata di ieri, ad incontrarli c’è stato solo il vicario del Prefetto, la dott.ssa Caruso, e il commissario straordinario inviato dalla Regione, Vincenzo Reitano, senza che però questo incontro abbia trovato soluzioni per superare il problema. Sulla vicenda gli interrogativi sono tanti. Perché il Prefetto ancora non li ha incontrati direttamente? Il nuovo Dott. Priolo è a conoscenza della vicenda? O forse, sette lavoratici in difficoltà da parecchi anni non meritano la sua attenzione? E’ corretto attendere una sentenza del Tar per conoscere il futuro di queste persone, già martoriate da diversi anni?
Le istituzioni, a tutti i livelli, non dovrebbero sentirsi chiamati in causa, per via di quel senso del dovere di cui spesso ne vanno fieri, per porre fine alle sofferenze di diverse famiglie?
Interrogativi, ripetuti, da cui si attende da tempo, anche troppo, delle risposte certe.