Cosa nostra viva, l’infiltrazione non si ferma
Nonostante arresti e condanne “Cosa nostra sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti”. Lo dice il presidente della corte d’appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell’Anno Giudiziario, che si svolgerà oggi anticipata sul sito della Corte. “Da una parte, rimane pressante la sistematica imposizione del ‘pizzo’ alle attività commerciali e alle imprese, – aggiunge – nell’ambito delle quali, tuttavia, vengono registrati crescenti ed incoraggianti atteggiamenti di rifiuto da parte delle vittime e di denunzia o comunque collaborazione con gli organi dello Stato”. “Dall’altra – spiega – però è ritornato preminente l’interesse dell’organizzazione mafiosa ad acquisire e mantenere il totale monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti, in stretto collegamento, per le esigenze di approvvigionamento, con altre organizzazioni criminali italiane ed estere”. “Ma il dato più significativo – dice Frasca – è rappresentato dalla permanente e molto attiva opera di infiltrazione, da parte di cosa nostra, in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, che consenta il fruttuoso reinvestimento dei proventi illeciti, oltre che nei meccanismi di funzionamento della pubblica amministrazione, in particolare nell’ambito degli enti locali”. “La Dda – conclude – sta quindi orientando la propria azione inquirente proprio nei confronti di tali settori, al fine di individuare ed interrompere i canali di investimento e reimpiego degli imponenti proventi illeciti dell’organizzazione, affiancandola a quella dei sequestri e delle confische nell’ambito delle misure di prevenzione”.