Quanto sei bipolare?

“Dottore, penso di essere bipolare”; “sono certo che quella persona sia bipolare”… Affermazioni che apprendo spesso in studio, ma anche dubbi di cui si discute con una certa frequenza nella nostra quotidianità, a tal punto che la dicitura “bipolare” tenda ad essere inflazionata troppo facilmente per etichettare determinati comportamenti di sé o degli altri. Cerchiamo allora di addentrarci nel merito del “vero” disturbo bipolare per eliminare qualsiasi dubbio. Gli studi epidemiologici stimano che in Italia l’1-2% della popolazione generale sia affetto da disturbo bipolare, quindi nel nostro paese ne soffrirebbe circa un milione persone. Tuttavia, è anche vero che per risultare positivi alla diagnosi di disturbo bipolare è necessario soddisfare taluni criteri clinici per nulla semplici da determinare. Cercherò di semplificare al massimo l’esposizione di tali criteri. In generale, il disturbo è caratterizzato gravi alterazioni dell’umore che si configurano tramite l’alternanza di episodi maniacali o ipomaniacali ed episodi depressivi. Tali alterazioni dell’umore possono durare per mesi o anche per anni. L’episodio maniacale consiste nell’avere un umore esageratamente elevato, sia in termini di espansività che di irritabilità. La persona mostra un elevato senso di grandiosità, con una incontrollabile loquacità, agitazione psicomotoria e riduzione del sonno. Durante il corso di un episodio maniacale o ipomaniacale, la persona tende ad eseguire diverse attività nello stesso frangente, ma senza portare a termine alcun progetto, impulsiva e pericolosa, può fare dei gesti inconsulti, perdendo talvolta la capacità di giudizio.
In psicopatologia il disturbo bipolare si suddivide in due sottocategorie:
il DISTURBO BIPOLARE DI TIPO I, caratterizzato dalla prevalente presenza di episodi maniacali (a volte anche con manifestazioni psicotiche) che possono essere inframmezzati dalla presenza di qualche episodio depressivo;
il DISTURBO BIPOLARE DI TIPO II, nel quale la persona si trova nella maggior parte del tempo in uno stato depressivo che però viene intervallato da episodi ipomaniacali (episodi maniacali di minore enfasi).
Un’ulteriore sottocategoria di disturbo bipolare è il DISTURBO CICLOTIMICO, che consiste nell’alternanza di episodi ipomaniacali e depressivi di gravità non sufficiente per permettere la diagnosi di disturbo bipolare. L’esordio del disturbo bipolare avviene solitamente in adolescenza e comunque in una età non superiore ai 25 – 30 anni. Di solito compare prima un episodio di tipo depressivo, mentre la fase maniacale può presentarsi anche dopo alcuni anni. Le cause del disturbo bipolare sono da rintracciare sia in fattori biologico-genetici predisponenti, sia in fattori ambientali-psicologici. Ne consegue che la cura del disturbo bipolare va effettuata sovente tramite un lavoro sinergico di tipo farmacologico e psicoterapico. Più precocemente viene effetuata la diagnosi e l’inizio della cura, maggiori saranno le probabilità di risoluzione positiva del disturbo. Vista la complessità diagnostica del disturbo, inviterei alla cautela nel sospettare su di sé o sugli altri circa la presenza di bipolarismo, rimandando ad un eventuale consulto con uno specialista l’effettuazione di una accurata diagnosi.

Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta

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