Le ultime indagini su imprese e appalti nelle mani di imprenditori sospettati di essere vicini a Cosa nostra hanno indotto il ministero degli Interni a mandare una commissione di accesso per valutare l’esistenza di inquinamento mafioso nella pubblica amministrazione
Tantò tuonò che alla fine piovve. E piove sul Comune di Castelvetrano. Questa mattina, confermano fonti della prefettura di Trapani, al Comune di Castelvetrano si è insediata una commissione di accesso agli atti: ispettori che così come prevede la norma antimafia dovranno valutare se l’apparato politico burocratico del Comune belicino è oggetto di inquinamento mafioso. Il sindaco Felice Errante (Ncd) in tutti i modi ha cercato nel tempo di respingere questa ipotesi, rivendicando una attività amministrativa indenne dall’infiltrazione mafiosa. E questo sin da quando scoppiò il caso del consigliere comunale Lillo Giambalvo, arrestato e poi assolto e che però era stato intercettato a fare proclami di fin troppo benevolenza nei riguardi del latitante Matteo Messina Denaro. La vicenda dopo diversi tira e molla, si risolse con l’autoscioglimento del Consiglio comunale dinanzi alla pervicace volontà di Giambalvo (eletto peraltro in una lista vicina al sindaco Errante) di non lasciare il seggio d’aula. I consiglieri, senza non pochi mal di pancia da parte di tanti , alla fine hanno deciso di dimettersi, e il presidente della Regione Crocetta ha nominato quale commissario per adempiere ai compiti istituzionali e amministrativi dell’organo consìiare, l’ex capo della Procura antimafia di Palermo, Francesco Messineo. Dopo però il caso Giambalvo, ancora una volta il Comune di Castelvetrano si è trovato nell’occhio del ciclone per indagini della Dia, della Polizia e dei Carabinieri che a proposito di imprese e appalti controllati da Cosa nostra, hanno individuato precisi esempi di come gare di appalto del Comune erano finiti inquinati dalla mafia, indagini che hanno messo in evidenza anche la capacità di imprenditori ritenuti vicini al latitante Messina Denaro di avvicinarsi moltissimo alla politica e alla politica di governo della città. Il prefetto di Trapani Priolo ha immediatamente ritenuto una urgenza la procedura di accesso al Comune di Castelvetrano e da Roma, il ministro degli Interni Minniti ha perfettamente condiviso l’avviso del prefetto confermando dunque l’avvio della procedura. Non sono molte le settimane a disposizione degli ispettori perchè a giugno il Comune deve andare alle elezioni amministrative. Se gli ispettori confermeranno l’inquinamento mafioso il voto sarà destinato a saltare, e scatterà il commissariamento per almeno 18 mesi. Già da tempo per lo scioglimento si erano detti in particolare diversi commissari della commissione parlamentare antimafia, a cominciare dal vice presidente Claudio Fava. Nel corso della missione trapanese poi la stessa presidente dell’antimafia, Rosi Bindi non aveva mancato di stigmatizzare il comportamento del sindaco Errante sentito apposta dalla commissione. Di recente poi è anche emerso sul Comune di Castelvetrano il pesante ruolo svolto dalla massoneria, troppi politici, assessori e consiglieri comunali sono stati risultati iscritti alla massoneria.