Uniti per la legalità

ALCAMO – Pubblichiamo oggi il secondo articolo realizzato dagli alunni dell’istituto comprensivo “Nino Navarra” di Alcamo nell’ambito del progetto “Adotta una vittima di mafia” ed all’interno della “Settimana della legalità”. Nell’articolo i ragazzi hanno raccontato dell’incontro, avvenuto qualche giorno fa, con un familiare di una vittima di mafia, ma lasciamo a loro il compito di esporci quanto hanno vissuto.

“La paura si ha, ma la paura, se si è insieme, si combatte, si affronta!.” Con queste parole Giulio Francese, figlio di Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia, ha iniziato, davanti alla platea di noi giovani studenti nell’IC Navarra, il suo intervento, organizzato dalla nostra scuola nell’ambito del progetto “Settimana della legalità” grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Libera di Alcamo.

Per il suo singolare esempio in Sicilia di «giornalismo investigativo», privo anche di ogni compiacenza verso i gruppi di potere collusi con la mafia, Cosa nostra ha eliminato il giornalista Mario Francese la sera del 26 gennaio 1979 davanti casa, mentre stava rientrando dopo una dura giornata di lavoro.

Nato a Siracusa il 6 Febbraio 1925, era divenuto in breve tempo una delle firme più stimate e uno dei più navigati conoscitori delle vicende mafiose, avendo sempre fatto una «lettura» acuta e approfondita del fenomeno mafia.

L’incontro con Giulio Francese non ha avuto solamente lo scopo di ricordare il sacrificio del padre e delle tante delle vittime e quindi la sofferenza dei familiari che hanno visto morire i propri cari, bersagli della violenza per aver ostacolato gli interessi dei criminali; è stato un momento di lezione civile che abbiamo raccolto e custodiremo nel nostro futuro: tutta la società deve essere coinvolta nel contrasto al fenomeno mafioso. Nessuno può chiamarsene fuori in quanto la lotta alla mafia è un dovere morale e civile.

La lotta alla criminalità organizzata, come ha affermato Giulio Francese, non può fermarsi alle forze dell’ordine e ai magistrati, ma deve coinvolgere l’intera società altrimenti le organizzazioni criminali continueranno a prosperare soprattutto nelle zone di complicità diffusa e di corruzione.

Questo è l’orizzonte da raggiungere: uniti per la legalità…
uniti per ostacolare il prevalere della cultura mafiosa e degli interessi criminali…
uniti per rompere l’indifferenza o il silenzioso consenso agli intrecci moralmente riprovevoli…
uniti per resistere alle prevaricazioni e all’accondiscendenza anche verso i più piccoli reati che limitano i diritti di tutti i cittadini.

3B

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteTrofeo Donna Franca Florio. Ad Alcamo l’esposizione della coppa d’argento.
Articolo successivo“Castellammaredavivere”. Claudia Malva (Digito): “lavorare bene per un territorio vuol dire raccontarlo bene”