E’ stato rinviato a giudizio Nicolò Girgenti, agricoltore di 46 anni, accusato di aver ucciso il maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi il 31 maggio dello scorso anno durante un appostamento notturno in una serra di marijuana a Marsala, nel trapanese. Il provvedimento è stato disposto dal gup del tribunale di Marsala, Sara Quittino su richiesta della Procura. Gli investigatori sono giunti all’uomo – arrestato il 22 giugno dello scorso anno – ricostruendo la cerchia di persone che gravitava attorno alla piantagione di marijuana sequestrata in quei giorni in contrada Ventrischi, nel marsalese. Sul luogo i carabinieri hanno sequestrato dei bossoli appartenenti a due armi differenti (semiautomatica in uso alle forze militari ed una calibro 38). Sin dai primi giorni Girgenti (bracciante agricolo e vivaista) fu sottoposto ad indagini, fornendo durante un interrogatorio una ricostruzione che i carabinieri definiscono «non veritiera rispetto all’esito dei riscontri investigativi». L’uomo è stato anche controllato con intercettazioni telefoniche e nell’immediato i militari dell’arma lo hanno sottoposto allo stub, un tampone simile al guanto di paraffina analizzato dai Ris di Messina rilevando un alta percentuale di sostanze (nichel e rame) che – secondo i legali dell’uomo – sono riconducibili alle sue attività agricole. Il processo avrà inizio il prossimo 14 luglio dinanzi la Corte d’Assise del tribunale di Trapani ma nel frattempo proseguono le indagini per individuare il secondo omicida del maresciallo Mirarchi. “Siamo certi che sul luogo ci fosse un secondo omicida. A dircelo è la testimonianza del collega presente con Mirarchi sul luogo – aveva detto il procuratore capo di Marsala, Vincenzo Pantaleo – che ha ascoltato una conversazione tra due persone e i bossoli sequestrati, appartenenti a due armi differenti. Le indagini proseguono anche grazie all’ausilio del battaglione Cacciatori di Calabria che stanno scandagliando il territorio in maniera certosina”. (Agi)