Procura e gip di Trapani hanno contestato al deputato regionale agli arresti domiciliari anche l’utilizzo di somme ricevute dalle casse della società dei Morace per ristrutturare il proprio appartamento
Arresti domiciliari confermati anche dal gip di Trapani, giudice Brignone, per il vice presidente della commissione antimafia regionale onorevole Girolamo Fazio. Fazio quindi dovrà proseguire la sua campagna elettorale che lo vede candidato a sindaco di Trapani ancora dai domiciliari. Ma se dal punto di vista della misura cautelare nulla è cambiato, si è invece appesantita l’accusa. Alle responsabilità di “mercimonio” della propria carica istituzionale, deputato del Parlamento siciliano, se ne è aggiunta ancora un’altra, sempre sotto il profilo della corruzione e di quel “patto”, scellerato, tra Fazio e la famiglia degli armatori Morace, Vittorio ed Ettore, padre e figlio, quest’ultimo ieri ha potuto lasciare il carcere ma il gip lo ha posto ai domiciliari. Non sono bastate le dimissioni da amministratore delegato della Liberty Lines per sgomberare il campo da inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Per il gip Brignone infatti è rimasta immutata la capacità del Morace a influenzare il corso delle indagini “tenuto conto del potere economico di cui dispone” nonché “dei rapporti ad alti livelli istituzionali che ha dimostrato di bene avere”. Un imprenditore “con tante frecce al proprio arco” e che “ha tra gli uomini più fidati al suo fianco l’on. Fazio”. Così come le dimissioni da componente della commissione parlamentare che si occupa di Trasporti, presentate dall’on. Fazio, non sono state sufficienti a garantire l’impossibilità del politico finito sotto inchiesta a influenzare, come per Morace, il percorso investigativo. Per il gip l’on. Fazio ancora oggi è in grado di esercitare quella influenza contestata nel provvedimento cautelare, “Fazio è stato capace di influenzare qualsiasi procedura legislativa in favore dei Morace”. E quindi l’indagine prosegue con i principali indagati posti ai domiciliari (è tornato libero invece il segretario particolare dell’assessore Pistorio, Giuseppe Montalto, che ha avuto revocato l’incarico di consulenza presso l’assessorato regionale alle Infrastrutture e Trasporti). Prosegue con l’aggravamento dell’accusa di traffico di influenze e corruzione, cosa questa che vede indagato l’ex giudice amministrativo Raffaele De Lipsis, circostanza questa nella quale vengono chiamati in causa, quantomeno come testi, il presidente del Cga, Zucchelli, e il presidente dell’Antitrust, avvocato Pitruzzella. Ma c’è anche un colpo di scena, una nuova tegola sul capo dell’onorevole Fazio. Secondo nuovi accertamenti, pare il rinvenimento di fatture nel corso delle perquisizioni compiute dai carabinieri contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi disposti originariamente dal gip di Palermo, si è scoperto che Ettore Morace avrebbe pagato a Girolamo Fazio la ristrutturazione della sua abitazione, di un B&B e della casa della suocera del deputato regionale, all’interno dell’antico edificio di piazza Lucatelli a Trapani, in centro storico e dove Fazio è stato posto ai domiciliari. Il prezzo della ristrutturazione è di 105 mila euro. “Prebende assicurate all’onorevole” dalla famiglia Morace, soldi per pagare la corruzione, “non regalie” come avrebbe spiegato Fazio in sede di interrogatorio, somma che sarebbe stata corrisposta in più tranche. Accusa di corruzione che quindi si aggiunge a quelle relative ad assunzione di personale presso la compagnia armatrice, l’impiego da parte di Fazio di una Mercedes messa a disposizione dai Morace, i fondi per la campagna elettorale in corso, 10 mila euro, spesa legata alla stampa di materiale elettorale, oltre che biglietti per stadio e aliscafi e per questi ultimi casi il gip Brignone ha comunque ipotizzato che davvero si possa essere trattato di “omaggi” in virtù del vincolo di amicizia. Ma i soldi ricevuti per ristrutturare casa non possono rientrare nella fattispecie di una regalia. Anche perché il gip Brignone nella sua ordinanza ha evidenziato che in fase di interrogatorio davanti al gip di Palermo, giudice Gaeta, Morace addirittura ha detto di non ricordare di aver dato quei soldi a Fazio e da parte sua il deputato regionale ha giustificato quella somma indicandola come “premio” per l’attività di consulenza svolta nell’ambito del ricorso amministrativo presentato dalla società dei Morace dinanzi al Cga di Palermo, anzi Fazio ha giustificato il tutto dicendo che si trattava di una “scommessa” sull’esito del giudizio. Il gip Brignone va giù pesante: “che necessità di denaro Fazio poteva avere nel 2014 dinanzi alle sue dichiarazioni rese a proposito delle notevoli entrate indicate dallo stesso indagato nel corso dell’interrogatorio?”. Quel denaro per il giudice non è altro che il “compenso” a lui destinato quale fedele servitore “non delle istituzioni ma semmai dell’imprenditore Morace”.