Trapani, cinque candidati e le bufere giudiziarie
di Francesco Genovese
Ci siamo: mancano poche ore al tanto atteso silenzio elettorale che ci traghetterà al voto di domenica prossima per queste amministrative che sicuramente hanno lasciato il segno nella storia di questa strana, stranissima città.
Se qualche mese fa qualcuno dal futuro ci avesse preannunciato cosa sarebbe successo durante questa campagna elettorale, nessuno ci avrebbe di certo creduto.
Cinque i candidati sindaci: Antonio D’Alì (Forza Italia, Partito socialista italiano e lista per la grande città), Marcello Maltese (Movimento 5 stelle), Girolamo Fazio (Io ci sono, Lista Fazio, Uniti per il futuro, Progetto per Trapani, Udc), Pietro Savona (Cittadini per trapani, Pd e Trapani Svegliati) ed infine Giuseppe Costantino Marascia ( A misura d’uomo).
Trecentocinque invece i candidati consiglieri che concorreranno i 24 seggi a disposizione.
I primi giorni di campagna elettorale erano iniziati in modo tranquillo, tra le solite inaugurazioni di comitati elettorali, lunghi programmi stilati e le solite promesse di sempre, tra proclami fantasiosi e concetti fermi sulle necessità ordinarie di questa città. Tutto tranquillo fino al 18 maggio, quando la DDA ha chiesto il soggiorno obbligato per il senatore Antonio D’Alì; richiesta notificata a poche ore dalla presentazione delle liste al comune, che ha causato la sospensione di qualche giorno della campagna elettorale del senatore forzista che però ha poi ripreso tranquillamente considerando che si trattasse soltanto di una richiesta che sarà discussa a luglio e il cui esito è ovviamente ignoto.
Ancora più grave ciò che è successo il giorno dopo, con l’arresto tra gli altri, di Girolamo Fazio, la cui detenzione cautelare ai domiciliari è stata revocata sabato scorso, permettendogli di entrare nel vivo dell’ultima settimana di campagna elettorale da uomo libero ma pur sempre indagato per corruzione.
Sono state settimane cruciali che hanno in un certo senso sconvolto i piani di una campagna elettorale tranquilla e dai risultati quasi scontati, con gli altri quattro candidati che hanno svolto la propria campagna in modo leale, senza mettere il dito nella piaga su quanto era successo, nonostante il fatto che ne avrebbero potuto approfittare.
Questa vicenda però ha messo in evidenza ancora una volta tanti aspetti negativi di questa città: una città quasi sempre sonnolenta, incapace di far sentire la propria voce per far rispettare le regole dell’etica, dove un candidato sottoposto alla misura cautelare dei domiciliari non provoca la giusta indignazione che meriterebbe; una città che si indigna se a Trapani girano le fiction di mafia; una città che non ha minimamente dato importanza alla vicenda “Mare Monstrum” dove vengono fuori, pur rispettando il principio della presunta innocenza, enormi differenze tra la gente comune che vive la propria vita rispettando le regole e i furbetti che fanno un po’ come gli pare.
Ad ogni modo in città questa vicenda ha invece spaccato in due l’opinione pubblica del cittadino contro la giustizia dove una misura cautelare ai domiciliari non vale nulla se non si attendono i tre gradi di giudizio(come è giusto che sia, rispettando sempre il principio di presunta innocenza), e dove la stessa misura cautelare, non appena revocata, per molti è diventata un’assoluzione a 360°, ignorando di fatto il proseguo delle indagini che continuano ad esserci.
Il problema qui non è accusare e colpevolizzare con i paraocchi, ma si tratta in primis di una questione di etica, poiché a mio avviso un candidato a Sindaco, ammesso che sia totalmente estraneo ai fatti, per una questione di etica e sopratutto per rispetto nei confronti della cittadinanza, si sarebbe dovuto ritirare dalla corsa a Sindaco a prescindere, e a maggior ragione per il fatto che si professa innocente ed estraneo ai fatti.
Invece qui a Trapani, non è cambiato proprio nulla rispetto alla situazione iniziale della campagna elettorale: la dimostrazione l’abbiamo avuta sabato scorso quando una parte della città si è subito riunita per accogliere trionfalmente il candidato appena scarcerato, come se nulla fosse successo, ignorando completamente le indagini per corruzione tutt’ora in corso.
Ritornando alla campagna elettorale che sta per concludersi, i vari candidati a Sindaco stanno cercando di amplificare il più possibile il fulcro del proprio programma: dalla grande Città del Sen. D’Alì, alla città normale di Piero Savona, dalla città a misura d’uomo di Giuseppe Marascia, alla città del cambiamento radicale di Marcello Maltese, fino ad arrivare alla Trapani nel cuore di Girolamo Fazio; saranno gli ultimi giorni dove durante gli ultimi comizi si cercherà di raccogliere più consensi possibili.
Le incognite sull’esito del voto dunque sono tantissime: Le questioni giudiziarie influiranno? Hanno danneggiato o avvantaggiato? Gli avversari riusciranno ad accaparrarsi i delusi delle vicende giudiziarie? Ci saranno voti di protesta? O saranno i voti di sempre? Ci saranno cambi di casacca sottobanco da parte di consiglieri che ufficialmente appoggiano il proprio candidato sindaco?
Le risposte arriveranno alla chiusura del voto, quando ci saranno morti, feriti, dispersi, vincitori e trombati…come accade da sempre.
E poi ci si ritroverà con i problemi di sempre: dalla monnezza per le strade, ai problemi d’acqua, dai quartieri ghettizzati alle lacune culturali….etc etc …
Al momento, l’unica certezza è che a ‘sto giro, Trapani ha toccato davvero il fondo.