Trapani, le promesse dell’on. Fazio non convincono

Mare Monstrum: pesante il giudizio del Tribunale del riesame sull’ex sindaco di Trapani, indagato per corruzione e traffico di influenze. I giudici danno ragione alla Procura, “è pericoloso e spregiudicato, deve tornare ai domiciliari”. Adesso se ne occuperà la Cassazione

Resta a Marettimo, ha dovuto cancellare il “viaggio” in Tunisia dopo il ritiro del passaporto, l’ex sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, ex deputato regionale; ha lasciato il seggio dopo la misura cautelare che l’ha colpito nell’ambito dell’indagine “Mare Monstrum”, quella sulla tangentopoli del mare (mazzette che l’armatore Morace avrebbe pagato anche a Fazio per avere garantiti i migliori trattamenti dalla Regione, per i contributi sulle rotte tra la Sicilia e le isole minori), una indagine che ha sfiorato uomini di Governo a Roma quanto a Palermo e che è tutt’altro che conclusa, anche se certa politica ha preferito fare scendere silenzio sui gravi fattio che sono venuti fuori, come preziosi orologi regalaati da Morace per contraccambiare addirittura la stesura di leggi a proprio favore. Ci sono intercettazioni che inguaierebbero l’ex sottosegretario Simona Vicari, ancora però il Senato non ha concesso il relativo uso alla magistratura. Fazio è stato arrestato il 19 maggio scorso all’indomani della presentazione della propria candidatura a sindaco di Trapani, il 3 giugno è tornato libero, con la sola misura cautelare del divieto di dimora a Palermo, ma per lui le cose si sono complicate dopo il ricorso contro la revoca dei domiciliari, presentato al Tribunale del riesame dalla Procura di Trapani, che per competenza ha ereditato l’indagine da quella di Palermo. Un ricorso giunto all’indomani del responso elettorale del primo turno, il cui risultato lo ha visto il candidato più votato e però non avendo il risultato del 50 per cento più uno dei consensi lo ha visto accedere al ballottaggio contro il secondo candidato più votato, il dem Pietro Savona. E’ noto come si è conclusa la competizione elettorale, Fazio si è autoescluso dal ballottaggio, lasciando da solo e senza avversari Savona. Per questi la corsa elettorale però si è complicata, per essere eletto avrebbero dovuto votare la metà più uno degli elettori. E gli elettori trapanesi anziché andare a votare al secondo turno hanno preferito disertare le urne. Oggi a governare la città è l’ex procuratore di Palermo Messineo, nominato commissario regionale dal governatore Crocetta. E anche Crocetta è tra i soggetti finiti sotto inchiesta dentro “Mare Monstrum”. Indagine che però non lo ha indotto a rivedere i programmi della propria ricandidatura alle regionali di novembre prossimo. Il Tribunale del riesame nell’accogliere il ricorso della Procura, ripristinando la misura cautelare degli arresti domiciliari (provvedimento non ancora efficace, in attesa del pronunciamento della Cassazione stavolta sul ricorso della difesa di Fazio contro l’ordinanza del riesame),è entrata parecchio nel merito del comportamento “elettorale” di Fazio, E non lo ha fatto a caso, considerato che tra le contestazioni rivolte dalla Procura all’ex sindaco di Trapani, ce ne sono anche alcune che fanno riferimento a spese elettorali “pagate” a Fazio dall’armatore Ettore Morace. I giudici nel motivare la loro decisione hanno sottolineato le circostanze del suo ritiro dal ballottaggio, segnalando che non trattandosi di fatti penalmente rilevanti, come forse ha ritenuto la Procura nel suo ricorso, esse semmai restano sottoposte alla valutazione “politica” di chi lo ha appoggiato. Il giudizio si fa pesante su un’altra circostanza. L’ex sindaco infatti ai giudici ha reso una lettera d’intenti, la promessa cioè che non si ricandiderà al prossimo turno elettorale amministrativo a Trapani: “una lettera inconducente e irrilevante”. Stesso giudizio per altre due circostanze messe per iscritto da Fazio e cioè la restituzione della card per viaggiare gratis sugli aliscafi dell’armatore Morace (Liberty Lines, ex Ustica Lines) e la garanzia a non frequentare uffici e sedi della società armatoriale. Un giudizio che il Tribunale del riesame ha preso mettendo in evidenza semmai l’emergente aspetto di “pericolosità sociale” dell’indagato. Promesse e garanzie che quindi non hanno convinto il collegio del riesame presieduto dal giudiceMaria Pino e composto dai giudici Brambille e Castiglia. I giudici hanno criticato la revoca dei domiciliari da parte del gip del Tribunale di Trapani, sopratutto perché le dimissioni da deputato regionale i giudici del riesame le hanno valutate in maniera opposta rispetto al gip. Se per il gip Brignone così è venuto meno il pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove, per il Tribunale del riesame, “la perdita di questa carica non ridimensiona la pericolosità sociale dell’indagato”. Anzi il Tribunale del riesame ha sottolineato che la stessa circostanza è stata rilevata dallo stesso gip, almeno quando ha applicato gli arresti domiciliari, poi però revocati dinanzi alle dichiarazioni anche di ammissione di alcuni fatti da parte dell’ex onorevole Fazio: “l’indagato beneficia di contatti e amicizie importanti che potrebbe essere tentato di sfruttare per commettere altri reati contro la pubblica amministrazione a beneficio di Morace, di sé stesso o di altri”. Insomma per i giudici l’ex sindaco non ha bisogno di incarichi pubblici per adoperarsi “per lo spregiudicato contesto clientelare e di rapporti personali in cui sono maturate le diverse condotte; ed ancora: .sulla scena della corruzione “che si presenta oramai come sistema nella pubblica amministrazione, Fazio ha dimostrato di muoversi con agio e disinvoltura, a prescindere dalla carica di deputato regionale”. Un indagato “dalla personalità incline alla violenza” (i giudici hanno tenuto conto della condanna per tentata violenza privata inflitta anni addietro), e il Tribunale del riesame ha riprodotto le parole con le quali Fazio affrontò la dirigente regionale che voleva tagliare i contributi alla Ustica Lines, “la pagherete cara è questione di tempo…ma la pagherete cara”. E’ lungo l’elenco delle contestazioni, oltre a quella che lo ha visto cercare di intercedere presso i giudici amministrativi di appello, per un ricorso presentato dalla società armatrice, attraverso il giudice Raffaele Lipsis, il Tribunale del riesame ha messo in evidenza la circostanza che Fazio si sarebbe offerto da fare da prestanome all’armatore Morace per l’acquisto di un’altra società armatrice, la “Traghetti delle isole”. Ma non meno rilevanti per il giudizio sono stati i soldi consegnati da Morace e intascati da Fazio per la campagna elettorale e la ristrutturazione di proprie abitazioni, le dichiarazioni rese nel merito dall’indagato dai giudici del riesame sono state ritenute “assai generiche”. E se per il gip si sono trattate di ammissioni, per il Riesame di si tratta invece di “ammissioni opportunistiche” dinanzi alle emergenze investigative. Le fatture infatti vennero trovate dai carabinieri durante le perquisizioni condotte al momento dell’arresto. Il giudizio finale dei giudici del riesame, dopo avere ripercorso diversi scenari, è stato pesante: “personalità spregiudicata incline all’asservimento ai propri interessi personali…ideatore o partecipe di condotte criminali”. E quello che è accaduto dopo, con la Procura che ha chiesto e ottenuto dal gip Brignone una nuova misura cautelare per Fazio, il divieto di espatrio e l’intimazione a restituire il passaporto, dopo una ulteriore attività investigativa condotta dai carabinieri che hanno scoperto l’organizzazione di una improvvisa partenza di Fazio per la Tunisia (che notoriamente, caso Craxi, non concede estradizione per il reato di corruzione), sembra dare ragione ai giudici del riesame sulla “pericolosità” e sulla “spregiudicatezza” dell’indagato.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.