Un comunicato dell’Associazione Regionale àKasa lamenta che le Amministrazioni locali “dopo oltre trent’anni dalla prima sanatoria, non hanno né conseguito gli obiettivi di tutela ambientale né hanno ripristinato lo stato dei luoghi”. Pubblichiamo per intero:
“Nel riaffermare che impiegherà ogni risorsa economica ed intellettuale a difesa del diritto di proprietà dei propri Soci
COMUNICA
che nei giorni scorsi i propri Soci, convinti che il trascorrere del tempo abbia un potenziale valore a favore della tutela del proprio diritto di proprietà, hanno presentato ai Comuni della Provincia di Trapani “Istanza di Revoca” dei dinieghi di sanatoria, delle ordinanze di demolizioni ed, in ultimo, delle ordinanze di acquisizione, provvedimenti emessi dalle Amministrazioni Comunali a partire dagli anni 90.
Nell’istanza i Soci evidenziano che le Amministrazioni Comunali, dopo aver ordinato la demolizione e, successivamente, acquisito i loro immobili al patrimonio comunale dopo oltre trent’anni dalla prima sanatoria, non hanno né conseguito gli obiettivi di tutela ambientale né hanno ripristinato lo stato dei luoghi, luoghi che, in quasi tutti i casi, sono stati anzi urbanizzati tramite la realizzazione di strade, marciapiedi, piantumazione di verde, illuminazione pubblica, rete idrica e talvolta anche reti fognarie.
Facendo prezioso l’esempio di alcune Amministrazioni Comunali che, piuttosto che demolire, mettono a reddito gli immobili abusivi chiedendo agli stessi ex proprietari salatissimi affitti, i Soci dell’Associazione Regionale àKasa hanno deciso non rinunciare alla loro casa e di intraprendere questo nuovo percorso legale al fine di potere ristabilire i loro diritti primari (proprietà ed abitazione) finora calpestati.
L’Associazione àkasa rifiuta l’ormai consolidata idea che i Cittadini siano gli unici responsabili di un fenomeno che si è sviluppato per quattro decenni su tutto il territorio siciliano e nazionale, e non si rassegna all’idea che, in presenza di tante evidenti responsabilità della politica e delle istituzioni, anche stavolta, debbano essere loro, e soltanto, loro a pagare il conto”.
IL PRESIDENTE
Sabina Gianquinto