Premiata a Palermo la giovane start-up PCBIS, tra i componenti del team anche un ingegnere castellammarese. Siamo andati ad intervistarli.
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Recuperare in modo sostenibile i metalli dei rifiuti elettronici? Sarà possibile grazie al progetto della PCBIS, una giovane start-up palermitana che ha vinto la tredicesima edizione della Start Cup Palermo e la quarta edizione della Start Cup Sicilia, la “business plan competition” promossa dall’Università degli Studi di Palermo con il supporto organizzativo del Consorzio ARCA (incubatore di impresa universitario).
Il loro progetto prevede il recupero, con tecniche sostenibili, dei metalli nobili contenuti nelle schede madri dei rifiuti elettronici come pc, tablet, cellulari e altri apparecchi elettronici.
Tra i tanti progetti in gara 9 sono stati i finalisti provenienti dalle Start Cup di Catania, Messina e Palermo per la sfida imprenditoriale più importante: la Start Cup Sicilia 2017 che si è tenuta lo scorso 25 ottobre nella sede dell’Unicredit di Palermo alla presenza di Fabio Mazzola, pro rettore vicario dell’Università di Palermo e Roberto Cassata, responsabile rapporti con il territorio Sicilia di UniCredit.
“La business plan competition – spiegano gli organizzatori – è stata promossa dai tre atenei siciliani per far emergere i migliori progetti d’impresa ad alto contenuto tecnologico nati nelle università e nei centri di ricerca della Sicilia”.
Le prime sei start-up classificate parteciperanno al Premio Nazionale per l’innovazione, in programma a Napoli dal 30 novembre al 1 dicembre 2017, promosso dalla rete nazionale degli incubatori di impresa universitari con la compartecipazione di FS Italiane.
Oltre a PCBIS hanno superato le selezione regionale anche le start up “Digital Green” e “Safe Crane” di Messina, “Geodazer” e “Mvmant” di Catania e “Ocore” seconda classificata nel contest dell’Università di Palermo.
Ad aggiudicarsi il primo posto la PCBIS (Printed Circuit Boards Innovative Solutions), gruppo di giovani imprenditori e affermati professionisti composto da Fabrizio Vicari (ideatore e leader del progetto), Alessandro Galia, Benedetto Schiavo, Alessio Navarra e Onofrio Scialdone.
Siamo andati a sentire due dei componenti del gruppo che si è aggiudicato il primo posto, l’ingegnere castellammarese Alessio Navarra e l’ingegnere palermitano Benedetto Schiavo:
- Come nasce l’idea di recuperare in modo sostenibile i metalli dei rifiuti elettronici?
Alessio Navarra: “L’idea nasce dall’esigenza di trovare una soluzione al problema dei rifiuti elettronici. Si assiste, infatti, ad una progressiva crescita dei volumi di rifiuti elettronici prodotti; il che, da un lato costituisce un problema ambientale da risolvere, dall’altro una risorsa che contiene più oro, rame, argento, stagno e altri metalli dei minerali di miniera da cui solitamente si estraggono. Così le città stanno diventando le nuove miniere e il progetto “Printed Circuit Board Innovative Solutions” (PCBIS) sarebbe il primo impianto Italiano ad estrarre metalli puri direttamente commercializzabili con un processo alternativo e sostenibile”.
- Come è possibile quindi riutilizzare questi metalli?
Benedetto Schiavo: “Per farlo è necessario separarli dalla matrice che costituisce il rifiuto nel suo complesso, ovvero la scheda a circuito stampato. I processi attualmente adottati dalle 2/3 grandi aziende che operano in Europa prevedono l’utilizzo di temperature (circa 1000°C), comportando elevati costi sia in termini energetici sia per il contenimento dell’emissione di sostanze nocive che si sviluppano a partire dai vari componenti che costituiscono la scheda di partenza così trattata. Questi processi “pirometallurgici” sono gli stessi utilizzati per ottenere i metalli a partire dai relativi minerali e sono stati estesi alle nuove “fonti” di recupero degli stessi metalli, ovvero le schede elettroniche.
Le direttive Europee sempre più stringenti riguardo ai limiti accettabili per le emissioni rendono dunque questa tipologia di processo sempre più onerosa e economicamente meno conveniente.
Il nostro processo “idrometallurgico” si pone come alternativa sostenibile, prevedendo una serie di fasi di trattamento, prima meccaniche e poi elettrochimiche, della scheda di partenza a temperature prossime a quella ambiente, per ottenere i metalli in essa contenuti e che possono poi essere venduti nei rispettivi mercati”.
- Una giovane start-up che nasce in Sicilia e che vuole lavorare in Sicilia, di questi tempi non è facile. Cosa vi spinge a restare qua?
Alessio Navarra: “Di certo non è facile, e siamo consapevoli del fatto che il percorso che porterà alla realizzazione di questo progetto non sarà di certo in discesa, ma per me che sono stato fuori dalla Sicilia un po’ di anni per studio e lavoro, avere la possibilità di realizzare un progetto altamente innovativo come PCBIS nella mia terra è un sogno che si realizza.
La volontà da parte di tutto il team PCBIS di restare in Sicilia per mettere a disposizione del nostro territorio le nostre competenze alimenta giornalmente il nostro impegno, e ci da un’enorme carica per proseguire con convinzione sul percorso che porterà alla realizzazione della nostra idea imprenditoriale”.
- In vostro è un progetto che vince e convince, presto diventerà realtà?
Benedetto Schiavo: “Questo è quello che speriamo. L’obiettivo non è la conquista dei premi, anche se i riconoscimenti fanno piacere e in qualche modo supportano l’idea che quello che ti sei proposto è condivisibile, auspicabile, realizzabile. Così come per altri progetti, ad esempio alcuni interessanti che hanno partecipato alle nostre stesse selezioni e che hanno mostrato elevato potenziale, la vera sfida è riuscire a portare avanti gli step di realizzazione dell’idea progettuale, passando dall’avvio dell’impresa e continuando con il suo consolidamento negli anni. E noi di PCBIS ci proveremo, con impegno e fiducia”.