Il dopo voto visto dal candidato alla presidenza Claudio Fava
di Claudio Fava*
Da dove cominciamo? Dal bicchiere mezzo pieno (per molti, attorno a me, pieno e basta)? La Sinistra torna alla Regione dopo undici anni di esilio. Ci torna in nome di un progetto che da qui vuol rimettere fondamenta, guardare al paese, dimostrare che in politica la coerenza è una risorsa, non una zavorra. Torniamo per fare opposizione al governo del centrodestra e sappiamo, e promettiamo, che sarà un’opposizione rigorosa, di merito, di proposta, di vigilanza. Torniamo per affrancare le nostre battaglie politiche dalle paludi dell’ARS, per riproporle con forza anche fuori dai palazzi, ad una discussione quanto più possibile larga e condivisa. Torniamo alla Regione soprattutto per fare: perché anche dai banchi dell’opposizione si fa, molto, e ci si prende cura dei diritti di tutti.
Poi c’è il bicchiere mezzo pieno: nostro, e mio. Non andremo a governare la Sicilia. Il dato elettorale è avaro, ingeneroso, duro. Ma vero. Paghiamo anche una grottesca campagna sul voto utile che nelle ultime due settimane ci ha aggredito da tutti i lati (il PD, i 5Stelle, perfino un pezzo della sinistra…), come se in politica occorra sempre votare per ridurre il danno o per convenienza, mai per un’idea in cui si crede davvero.
Questo ci dice la politica. E la vita? Cosa ci dice la vita?
A me dice che qui resto. Qui, in Sicilia, all’Ars, ad animare il progetto dei Cento passi, che non era solo il titolo di un film e che non è stata solo una campagna elettorale ma è un’idea, un cammino, qualcosa di cui prendersi cura tutti insieme. E quando dico “resto”, non lo faccio per rassicurare chi sta alla finestra a fare l’analisi del sangue al mondo: lo faccio per me. Perché questo impegno è anche un privilegio, uno strumento, un tratto di vita in più che ci è stato offerto quando pensavamo di non averne più bisogno o voglia.
Sono veterano di tante campagne, ma non avevo mai incontrato una comunità così orgogliosa, così generosa, così tenace. Parlo dei candidati, tutti, che hanno messo fiato, sorrisi, fatica, senza mai risparmiarsi. Parlo di chi ha dato una mano da lontano, invisibile ma sempre presente, Lia, Marco, Alessandra… Parlo di chi ha ricamato tra loro i fili di una comunicazione che ogni giorno si inventava parole, volti, passi di danza e di rabbia, il diario onesto e sfacciato di chi siamo e di quello che faremo. Parlo di Sergio, e dell’altro Sergio, che hanno rimediato, organizzato, inventato, supplito, moltiplicato, diviso, ogni giorno un miracolo, ogni notte un riepilogo. Parlo di chi è venuto da lontano, magari solo per distribuire un po’ di volantini. Parlo di nomi, facce, storie che hanno riempito di vita questa campagna elettorale trasformandola nel racconto di tanti, una festa di parole e di cose da fare, e peccato, davvero peccato per chi è rimasto alla finestra: non sa cosa si è perso!
Ecco: abbiamo fatto un passo, il primo. Adesso viene il bello.
Ps: domenica 26 novembre assemblea regionale a Palermo dei Cento passi con i candidati, i sostenitori, gli amici, insomma tutti coloro che vorranno camminare con noi…
*candidato alla Presidenza della Regione, deputato al Parlamento, vice presidente della commissione nazionale antimafia