Condannato per truffa aggravata Nicola Serra, impiegato Inail. Incastrato dalle indagini della sezione di pg della Guardia di Finanza
Il giudice monocratico del Tribunale di Trapani, dott. Piero Grillo, ha condannato a 4 anni per truffa aggravata un funzionario dell’Inail di Trapani, Nicola Serra, 48 anni. Dovrà pagare anche una multa di 950 euro e risarcire l’Inail di circa 220 mila euro. L’anno scorso nei suoi confronti il gip del Tribunale, dott. Caterina Brignone, accogliendo la richiesta del pm Franco Belvisi, aveva applicato a Serra la misura cautelare della sospensione dal servizio, e questo al termine delle indagini condotte dai finanziari della sezione di pg presso la Procura di Trapani. Inizialmente indagato per peculato, Serra infine è stato condannato per truffa aggravata. A incastrarlo i finanzieri della sezione di polizia giudiziaria, Serra si occupava delle pratiche risarcitorie per i lavoratori coinvolti in incidenti sul lavoro e sfruttando le procedure burocratiche interamente informatiche ha messo in atto la propria azione criminosa. Si era anche munito di un ricettario, sottratto al proprio medico di fiducia, così da comporre la relativa pratica risarcitoria con “tutte le occorrenti carte e documentazioni”. Nove in tutto i casi individuati, tutti commessi tra il febbraio 2015 e il febbraio 2016. Serra è riuscito a creare una serie di falsi infortuni, inventando di sana pianta le relative “vittime”, o anche avendo tra le mani gli incartamenti di veri incidenti, inseriva le certificazioni mediche ad hoc compilate per attestare percentuali di invalidità meritevoli di risarcimento. Le procedure infatti prevedono che le procedure amministrative, dall’inizio alla fine, cioè sino alla liquidazione, almeno per gli incidenti sul lavoro che non avvengono in mare, vengono condotte attraverso il solo sistema informatico, gli incartamenti cartacei restano invece negli archivi dell’ufficio, al momento della liquidazione la direzione chiede al funzionario che ha trattato la pratica se tutto è in regola e ovviamente la risposta di Serra era sempre positiva. Serra aveva poi a disposizione una serie di carte Postpay, e ovviamente indicava le relative coordinate per l’accredito delle somme determinate per indennizzare gli infortuni. La carte di Postpay sono state individuate dai finanzieri, sono risultate intestate a Serra. Si preoccupava poi di inventare indirizzi, così che, sopratutto nel caso delle vere vittime, le certificazioni (i Cud, ossia i documenti che servono al fine della dichiarazione dei redditi) finivano con il non essere recapitati, e il tutto finiva nel dimenticatoio. Tutto per Serra è filato liscio però fino a quando non ha fatto un errore, ossia l’erronea trascrizione di un codice fiscale relativo ad una delle vittime inesistenti, un errore di digitazione. Una segnalazione di errore data dallo stesso sistema informatico che però non è sfuggita alla direzione, che quando ha chiesto spiegazioni al Serra, per accertare i dati sul cartaceo, si è sentita rispondere che il fascicolo non si trovava più e che era sparito, forse rubato, insieme ad altri fascicoli. E così dalla denuncia per furto di documenti, i finanzieri sono risaliti alla vera attività di Serra, infine giudicata truffaldina dal Tribunale di Trapani.