Blitz Castelvetrano, gli indagati

Ecco i nomi, nasconderebbero i segreti sulle ultime strategie del boss. Sequestrati armi e munizioni. Tra gli indagati l’ex consigliere comunale Lillo Giambalvo

L’ordine di perquisizione ha riguardato: Biagio, Giovanni Cappadonna gemelli di 51 anni, Vito Cappadonna, 55, Vito Circello, 62, Santo Clemente, 44, Andrea Craparotta, 54, Calogero Curseri, 50, Cosimo Cuttone Di Carlo, 50, Matteo Filardo, 49, Giovanni Furnari, 72, Tommaso Geraci, 63,  Michele Giacalone, 69,  Calogero Giambalvo, 41 (il consigliere comunale intercettato a fare gli elogi ai boss Messina Denaro), Leonardo Ippolito, 62, Antonino Italiano, 50, Giovanni Madonia, 52, Leonardo Masaracchio, 61, Nicola Messina Denaro, 55, Michele Pacella, 55, Gaetano Pavia, 27, Giovanni Rollo, 72, Giovanni e Vincenzo Santangelo, 77 e 67 anni, Gaspare Varvaro, Nicolò Venezia, di 49 anni. Spiega il capo dello Sco Alessandro Giuliano: “sono 30 personaggi , già a noi ben noti, alcuni già arrestati e condannati, altre volte denunciati, oggi indagati per procurata inosservanza di pena aggravata dalle finalità mafiose”. Una azione concepita per dare fastidio al latitante, “e per fare capire al territorio che quel latitante dà fastidio, immaginiamola come un valore aggiunto al fianco delle indagini classiche” dice il capo della Mobile di Trapani Fabrizio Mustaro. Il messaggio è chiaro: “Tolleranza zero – dice ancora Mustaro – verso coloro che sono vicini alla famiglia mafiosa e quindi al latitante”. “Il latitante – sottolinea Vincenzo Nicolì, vice di Giuliano allo Sco – ha impresso sul territorio il marchio della impunità, i controlli eseguiti, (il circolo del dopo lavoro ferroviario, per esempio, è risultato occupare abusivamente un locale della stazione con spese di energia elettrica a carico della società ferroviaria e nessuno si era mai accorto di nulla ndr) dimostrano che lo Stato è presente e le impunità non sono consentite”. Perquisiti anche commercianti usi a comportamenti di profondo rispetto per i familiari del boss ai quali offrivano la quotidiana spesa. I nomi degli indagati non sono frutto di azione a casaccio ma sono stati presi dal report investigativo scritto e sempre aggiornato dai poliziotti della Squadra Mobile trapanese, quelli cresciuti con due eccellenti investigatori come Rino Germanà e Giuseppe Linares, i poliziotti che per primi hanno “scoperto” chi era Matteo Messina Denaro, quando ancora questi era incensurato e che lo hanno ritrovato via via che hanno scoperto omicidi, scandali, corruzioni e l’appaltopoli di Cosa nostra trapanese. Scelte risultate appropriate: alcuni dei 30 indagati sono risultati custodi di una mezza polveriera di armi e munizioni. Durante le perquisizioni condotte nell’ultima settimana e culminate nella odierna giornata sono stati sequestrati infatti 25 fucili, una decina di rivoltelle e pistole automatiche, circa 2 mila munizioni.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.