“La lotta a Cosa nostra passa anche attraverso un maggiore impegno sul fronte dei reati commessi all’interno della pubblica amministrazione”. Visibili i risultati sui fronti della prevenzione e repressione.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Stefano Russo, nel presentare alla stampa i dati relativi all’attività condotta dall’Arma nel corso del 2017 in tutto il territorio provinciale, non ha nascosto le strategie investigative che con il coordinamento delle procure di Trapani, Marsala e Sciacca e con la Procura antimafia di Palermo, sono state condotte e “verranno implementate nel corso del nuovo anno” nell’ambito della pubblica amministrazione. “Contrastare e combattere il fenomeno mafioso – ha detto incontrando ieri i giornalisti – non lo facciamo soltanto individuando e colpendo gli appartenenti all’organizzazione mafiosa capeggiata dal latitante Matteo Messina Denaro ma lo facciamo colpendo anche i reati commessi all’interno della pubblica amministrazione. Cosa nostra trapanese – ha proseguito – è provato che in questo ambito ha grande capacità di infiltrazione , possiamo non avere in taluni casi le prove di reati commessi con l’aggravante del favoreggiamento all’associazione mafiosa, ma ciò non di meno siamo convinti, e in questo abbiamo il conforto delle procure con le quali collaboriamo, che perseguendo i reati commessi nell’ambito delle amministrazioni locali riusciamo a infliggere, anche in assenza della contestazione dell’aggravante del cosiddetto art. 7, duri colpi al sistema mafioso”. Sebbene ci sia chi si sforza nel sostenere che il “sistema Trapani” non esista, il report investigativo e giudiziario rappresenta prova provata della sua esistenza: un sistema dove mafia e corruzione hanno imposto al territorio una illegalità diffusa, agevolata dall’amalgama rappresentato dalla massoneria, che è così storicamente radicata tanto da aver fatto diventare legale un meccanismo di grande illegalità. Per il comandante provinciale dei Carabinieri l’indagine “Mare Monstrum” – quella sulla cosiddetta tangentopoli del mare – e che ha visti coinvolti tra gli altri l’ex sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, finito ai domiciliari mentre ricopriva la carica di deputato regionale e vice presidente della commissione regionale antimafia, e l’armatore della Liberty Lines Ettore Morace, è specchio perfetto di questa realtà: non c’entra l’associazione mafiosa, ma il “sistema di corruttela” impiegato è quello che in generale tocca anche l’organizzazione mafiosa. Cosa nostra trapanese è stato colpita duramente in questi anni con diverse indagini, in particolare hanno riguardato con le operazioni Ebano, Eden 2 e Visir le famiglie mafiose di Castelvetrano e Marsala. L’attività preventiva dell’Arma dei Carabinieri ha raggiunto una delle sue massime espressioni nella proposta di accesso al Comune di Castelvetrano avanzata alla Prefettura di Trapani, che ha condotto, grazie al notevole lavoro svolto dalla commissione prefettizia, al successivo scioglimento da parte del Ministro dell’Interno, del Comune per condizionamenti mafiosi e mala gestio e all’insediamento dei commissari straordinari. La proposta avanzata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani compendiava principalmente le importanti risultanze emerse nel corso di due operazioni antimafia Eden 2 ed Ebano, sviluppatesi nell’ambito dello sforzo investigativo, sviluppato dal Comando Provinciale e dal Ros, coordinati dalla Dda di Palermo, e finalizzato alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro.
L’impegno nella lotta all’organizzazione mafiosa che il Comando Provinciale di Trapani persegue in stretta sinergia con il ROS e che, se come scopo principale si prefigge quello della cattura del latitante Matteo Messina Denaro passando anche attraverso l’indebolimento la rete di protezione di cui ancora gode, non trascura di debilitare l’incidenza che famiglie mafiose esercitano sul territorio e i legami che queste intrecciano con la pubblica amministrazione. In questo contesto nel corso del 2017 si sono sviluppate:
l’operazione “Ebano”, coordinata dalla Dda di Palermo, che nello scorso mese di Febbraio ha disarticolato un collaudato asse tra imprenditoria mafiosa e amministrazione locale a Castelvetrano conducendo all’arresto dell’imprenditore Rosario Firenze che in forza alla sua vicinanza alla famiglia del latitante Matteo Messina Denaro e con la compiacenza di due funzionari comunali riusciva ad aggiudicarsi gran parte dei lavori pubblici banditi dal Comune. Nell’operazione veniva arrestato anche il geometra dipendente del Firenze, denunciate altre 8 persone e sequestrate 2 imprese;
l’operazione “Visir”, coordinata sempre dalla Dda di Palermo, che ha disarticolato la famiglia mafiosa di Marsala conducendo all’arresto, per associazione mafiosa, estorsione ed altro di 14 affiliati a quel sodalizio criminale tra cui il reggente della famiglia Vito Vincenzo Rallo.
Nel corso del 2017 la provincia di Trapani ha registrato un notevole calo dei delitti che sono passati da 16.169 a 13.825 (-14,5%). Di questi per il 78,5% ha proceduto l’Arma dei Carabinieri.
In calo sia il numero dei furti, che sono diminuiti del ben 8,6%, sia quello delle rapine che sono passate da 152 nel 2016 a 140 nel 2017 e per le quali l’Arma ha proceduto in 100 delitti arrestando 15 persone e denunciandone 25
I dati così lusinghieri sono frutto di un’intensa attività preventiva svolta su tutto il territorio della provincia dalle 5 Compagnie e 34 Stazioni e coordinata dal Comando Provinciale, in piena sintonia con le indicazioni pervenute dal Prefetto.
Un’intensificazione dell’attività preventiva che trova il suo riscontro nei numeri: ben 27.599 servizi esterni durante i quali i Carabinieri della Provincia di Trapani hanno controllato 116.929 perone (il 10% in più rispetto all’anno precedente) e 80.503 automezzi (il 10,4% in più rispetto al 2016).
Sono state inoltre effettuate ben 2.343 perquisizioni (quasi 7 al giorno) durante le quali è stato sequestrato un notevole quantitativo di refurtiva, armi e sostanze stupefacenti. Sempre incessante permane l’attività del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, che di concerto con le Procure di Trapani, Marsala, Sciacca e la DDA di Palermo, anche quest’anno ha sviluppato importanti indagini e operato più di 500 arresti (+ 8 % rispetto all’anno precedente) nonché denunciando all’Autorità Giudiziaria 3.341 persone (il 6% in più rispetto al 2016). Nell’ambito del contrasto dei reati inerenti gli stupefacenti i Carabinieri della provincia hanno tratto in arresto 81 persone, 75 sono state denunciate, mentre 205, perlopiù giovani, sono state invece le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori. Sono stati inoltre sequestrati 1.105 piante di marijuana e 511 kg di sostanza stupefacente di vario tipo. Sempre altissima è l’attenzione dell’Arma nei confronti delle fasce deboli. A tal proposito è emblematica la recente operazione di servizio che ha condotto all’arresto del proprietario e di tre operatrici di una casa di riposo di Castellamare del Golfo per maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti. Inoltre sono state tratte in arresto 5 persone e denunciate 7 per violenza sessuale mentre 10 sono state arrestate e 10 denunciate per atti persecutori. Tra questi un uomo di 64 anni è stato arrestato a Mazara del Vallo nel mese di agosto poiché continuava a perseguitare l’ex moglie, arrivando anche a tentare di sfigurarla con dell’acido. La donna riuscì a scappare e si rifugiò nella caserma dei Carabinieri. Importanti risultati sono giunti anche dall’attività di contrasto allo sfruttamento della prostituzione, ne è un esempio l’operazione “Caliente” nel corso della quale i Carabinieri a Marsala hanno arrestato due persone, denunciate altre 6 e sequestrato due immobili utilizzati dai proprietari per far prostituire giovani donne straniere le cui qualità fisiche venivano pubblicizzate attraverso il web.
L’anno appena trascorso è stato inoltre contrassegnato da importanti operazioni di servizio come
l’arresto dei tra detenuti evasi la notte del 28 ottobre dalla Casa Circondariale di Favignana, rintracciati ed arrestati dai Carabinieri la notte del 2 novembre mentre cercavano di allontanarsi dall’isola rubando una piccola imbarcazione. Un’attività questa che ha impegnato decine e decine di uomini dell’Arma sia sulla terra ferma sia sull’isola, che di concerto con la Prefettura di Trapani, era stata presidiata giorno e notte dai Carabinieri giunti da tutta la provincia. L’arresto a Castellammare del Golfo di Giuseppe Pace e dei due figli per estorsione aggravata nei confronti di un donna che si era aggiudicata all’asta immobiliare la villa pignorata agli arrestati. L’indagine ha permesso di accertare che i tre uomini stavano programmando il rapimento del figlio della vittima, emergenza questa che indusse i Carabinieri a vigilare, anche se in maniera discreta, giorno e notte sull’incolumità delle persone offese. A Gibellina l’esecuzione di 10 misure cautelari nell’ambito dell’operazione “Blackout” nei confronti degli appartenenti ad un’organizzazione composta da italiani e stranieri dediti al furto e alla ricettazione di cavi di rame. Gli stessi si erano resi responsabili di numerosi furti ai danni di strutture pubbliche e private, ma anche all’illuminazione stradale provocando interruzioni del servizio pubblico in diversi comuni del Belice.
Ma i Carabinieri della provincia di Trapani si sono distinti anche in situazioni di particolare emergenza: mettendo in salvo 5 turisti stranieri che stavano rischiando di annegare nelle acque di San Vito lo Capo. Due Appuntati della locale Stazione, impegnati in servizio di pattuglia, vedendo le persone in difficoltà, con ammirevole coraggio e con non poche difficoltà viste le pessime condizioni del mare, non esitavano a buttarsi in acqua e a utilizzare una piccola imbarcazione traendo in salvo tutti i malcapitati. Così come a Marettimo dove i Carabinieri traevano in salvo un’escursionista inglese che uscita per passeggiata sulle alture dell’isola non aveva fatto rientro in albergo per la cena. I Carabinieri della Stazione, dopo averla cercata durante tutta la notte percorrendo a piedi i possibili percorsi, la ritrovavano alle 8.30 del mattino successivo gravemente ferita ad una gamba e la traevano in salvo.
Tutti risultati raggiunti “grazie al lavoro di tutte e cinque i comandi compagnia sparsi nella provincia e da tutte le stazioni”. Il comandante Russo ha voluto pubblicamente ringraziare tutti i suoi ufficiali, dal modulo comando al reparto investigativo, ma ha tenuto a sottolineare il nuovo impegno ragguardevole “di tutti i carabinieri”. Parole di stima ha rivolto ai vertici di tutte le altre forze dell’ordine e al prefetto di Trapani. “Se non ci fosse stato in prefettura un tavolo di coordinamento così ben diretto – ha detto – sarebbe stato difficile raggiungere gli odierni risultati”. Parole di stima sono state rivolte anche ai capi delle Procure della Repubblica di Palermo, Trapani, Marsala e Sciacca.