V. Ferro (Ass. Urbanistica): “Il centro storico di Alcamo è ancora oggi una realtà viva e dinamica”

Spesso si è parlato di centro storico in riferimento alla Movida e alla viabilità, ma raramente si fa riferimento all’Urbanistica, un elemento importantissimo per rilanciare vari settori e non permettere lo spopolamento della zona. L’azione dell’Amministrazione è essenziale, ma per conoscere questa o bisogna informarsi direttamente con chi amministra o con qualche consigliere comunale o con gli uffici preposti, ma non tutti possono per varie ragioni. Per questo abbiamo deciso di porre delle domande all’Assessore all’Urbanistica, Vittorio Ferro, in prima istanza riferendoci al settore “edilizia”.

Prima di tutto quale la sua visione del Centro Storico dal punto di vista urbanistico?

“Alcamo ha un centro storico molto interessante, io ho una mia visione ben chiara e sono convinto che un analisi urbanistica può assolutamente dimostrare che questa è una visione oggettiva e non soggettiva. Il centro storico di Alcamo è ancora oggi una realtà viva e dinamica, la crescita incontrollata e caotica della città, avvenuta dagli anni 60 in poi, non ha infatti prodotto valide alternative relativamente ai servizi, se non quella lungo l’asse del Viale Europa, pertanto si registrano nel centro storico importanti centralità sia dal punto di vista economico-produttivo che dello svago e tempo libero. La crescita della città in direzione prevalentemente sud-ovest ha fatto si che il nucleo della zona A1 (quello che anticamente era perimetrato dalle mura medioevali da Piazza Bagolino a Piazza Ciullo) non rimanesse chiuso all’interno dell’espansione ottocentesca e novecentesca. Il centro storico è, infatti, raggiungibile, soprattutto dal lato nord-est, senza attraversare la città e vi sono inoltre possibilità di parcheggio decisamente superiori a quelle delle altre zone urbane. I punti nevralgici sono il Corso VI Aprile, Piazza della Repubblica, Piazza Ciullo e P.zza Bagolino. Questi sono alcuni dei punti di forza del nostro centro storico oltre alla sua monumentalità e bellezza storico-architettonica. È veramente molto raro che un centro, di una città delle dimensioni di Alcamo, confini con la campagna e sia quindi posto all’ingresso della città stessa come avviene nel nostro caso dal lato di Piazza Bagolino. Generalmente i centri storici sono soffocati dall’edificazione postmoderna e da tutto quello che ne consegue, nel nostro caso invece si pone all’estremo lato nord-est adiacente al parco sub-urbano San Francesco ben connesso alla viabilità peri-urbana ed extraurbana, e porta Palermo, insieme a Piazza Bagolino, è ancora la porta della nostra città oltre ad una bellissima finestra sull’incantevole paesaggio del Golfo di Castellammare e del suo entroterra”.

“Ovviamente non ci sono solo punti di forza ma anche delle debolezze, altrimenti tutto sarebbe perfetto e l’attività amministrativa necessaria si ridurrebbe ad una funzione di controllo.  Alcuni quartieri del Centro Storico sono stati nel corso degli anni abbandonati all’incuria e la popolazione residente è progressivamente diminuita. Questa zona della città ha perso in gran parte la sua funzione residenziale e solo in parte questa è stata compensata da quella commerciale e direzionale e ancor meno da quella turistico-ricettiva. Inoltre l’area pedonale del “corso stretto” stenta ancora a partire proprio perché priva di quelle funzioni che caratterizzano generalmente le aree pedonali (ricettività). In poche parole c’è il potenziale ma non è sfruttato”.

Quali le azioni dell’Amministrazione?

“Molte sono le opportunità che si possono individuare in un centro urbano con caratteristiche dimensionali come quelle della città di Alcamo, soprattutto quando la città è il frutto di una stratificazione storico-temporale quasi millenaria. Tutto dipende ovviamente dalle volontà politico-amministrative, anche espresse dalla cittadinanza con l’ausilio del consiglio comunale. Io credo che rispetto al passato la cittadinanza creda molto di più nel grande potenziale storico, culturale, architettonico e artistico del nostro centro storico, che non può essere e non sarà solo movida”.

“L’amministrazione ha già intrapreso diverse azioni e non solo sotto il profilo urbanistico, crediamo molto nello sviluppo sostenibile e il centro storico può essere un’ottima occasione per creare un economia sostenibile fatta prevalentemente di servizi e non di consumo di suolo e/o territorio. All’inizio dell’anno per esempio è stato approvato dal consiglio comunale il cosiddetto regolamento per la monetizzazione dei parcheggi (Direttive e indirizzi di programmazione urbanistica – commerciale applicabili nelle more della redazione del piano urbanistico commerciale, con previsione e regolamentazione della “monetizzazione” delle aree destinate a parcheggio pertinenziale delle strutture medie di vendita e degli esercizi di vicinato), che consente di aprire delle attività, prevalentemente di quartiere, la dove prima non era consentito a causa del legame tra la destinazione d’uso dei locali e il vincolo a parcheggio che adesso, invece, può essere monetizzato. I proventi, della monetizzazione, confluiscono in un apposito capitolo destinato alla realizzazione di parcheggi e/o manutenzioni di aree pubbliche destinate a servizi di urbanizzazione secondaria.

Di recente invece è stato approvato l’accordo con il CIRCES (Centro interdipartimentale di ricerca sui centri storici) con il fine di avvalersi di uno studio sul nostro centro storico e sulla sua edilizia esistente al fine di poter realizzare lo studio di dettaglio del centro storico previsto dalla L.R. 13/2015 (Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici).

La legge, per certi aspetti, è stata criticata perché all’art. 2 ridefinisce le tipologie edilizie nei centri storici; inoltre stabilisce che per ogni unità edilizia deve essere individuata la sua appartenenza alle tipologie di cui alla legge, e pur mirando a sostituire, o comunque compensare, in parte il vuoto determinato dalla mancata redazione in buona parte dei comuni siciliani del Piano Particolareggiato (P.P.) per il centro storico, non prevede interventi pubblici e o sugli spazi pubblici”.

Si parla di edilizia di base, di qualificate ed altre, quali in pratica le possibilità legate a questa collaborazione con il CIRCES?

“Ad Alcamo per il centro storico non è stato mai redatto il piano particolareggiato, vi è stato un tentativo sul finire degli anni 90 ma non si è giunti alla definitiva approvazione, ciò fa sì che, come si legge nelle stesse norme del PRG, nelle more della redazione del P.P., gli interventi sull’edilizia sono limitati al mantenimento dell’esistente sia in termini di volumetria che di sagoma (ristrutturazione). Il Circes così come previsto all’art. 3 della L.R. 13/15 sarà di supporto agli uffici della Direzione 1 per la stesura dello studio di dettaglio da approvare in C.C.. Questo studio, riepilogando, permetterà quindi di stabilire l’appartenenza di ogni unità edilizia alle tipologie di cui all’art. 2 e di conseguenza quali interventi sono realizzabili così come definiti all’art. 4. Ovviamente gli edifici che saranno qualificati come edifici di pregio godranno di una tutela maggiore, mentre quelli individuati come edifici di edilizia non qualificata potranno essere sostituiti anche attraverso la loro demolizione.

La legge dal mio punto di vista cerca di raggiungere i suoi obbiettivi, ovvero la rivitalizzazione economica e sociale dei centri storici, proponendo un compromesso che consenta alla contemporanea generazione di professionisti di aggiungere la propria stratificazione architettonica e i nuovi stili di vita e di uso dei manufatti, garantendo una graduale tutela sugli edifici considerati di maggiore pregio”.

Si tratta di uno studio, quindi non c’è il rischio che dopo di esso non si realizzi niente di concreto?

“L’accordo prevede una consulenza che segua e assista gli uffici competenti del comune in tutte le fasi sino alla definitiva stesura dello studio di dettaglio previsto dalla normativa regionale. La possibilità che non si realizzi nulla di concreto dipende dalla volontà politica che dal mio punto di vista invece c’è tutta. Lo studio, come già detto, deve essere approvato dal consiglio comunale e questi ha già dimostrato più volte la propria intenzione di collaborare e cooperare, anzi più volte in consiglio è stato chiesto, da parte delle forze di minoranza, di definire questo studio, ritengo pertanto che essendo la maggioranza intenzionata, come ha anche più volte sottolineato in Terza commissione consiliare, a sostenere, anzi promuovere, questa iniziativa, non vi saranno problemi per definire questo percorso”.

Questa collaborazione con il CIRCES però avrà un costo, quale? E come recuperare le somme?

“L’accordo prevede una spesa di € 30.000 + iva (tot. 36.600), ma io lo considero comunque un investimento per il futuro del nostro centro storico, inoltre è consuetudine del CIRCES definire una pubblicazione alla fine dello studio e questa è uno dei risultati a cui io personalmente sono più interessato. Studiare, analizzare e raccontare il nostro centro storico è fondamentale ai fini della sua valorizzazione e la promozione dello stesso, soprattutto al di fuori dei confini comunali, è più semplice se supportata da una valida pubblicazione che ne racconta la storia.

In circa 18 mesi sono stati previsti per investimenti circa 4 mln di euro, di questi circa 1,3 mln si sono già tramutati in lavori pubblici e presto ciò avverrà anche per le restanti somme.

30.000 mila euro sono delle somme che avrebbero consentito, in una città come Alcamo, di raggiungere qualche altro piccolo risultato nel breve periodo, in questo modo invece si pongono le basi per ottenere un buon risultato nel medio periodo. Le somme si potranno recuperare facilmente se lo studio arriverà alla sua conclusione e il comparto dell’edilizia inizierà a guardare con più interesse al nostro centro.

Vogliamo una edilizia che si rivolga prevalentemente all’edificato esistente, per ridurre il consumo di suolo in un territorio martoriato dell’espansione a macchia d’olio, ma per ottenere questo risultato dobbiamo lavorare costantemente su due grandi realtà (Alcamo Marina e Centro Storico), e sulle norme che ne devono disciplinare gli interventi, che ovviamente devono avere lo scopo di attrarre gli investimenti”.

Si parla di consulenza esterna, non c’è tra i dipendenti del Comune professionalità altrettanto qualificate?

“Non credo si tratti di mancanza di competenza da parte delle professionalità all’interno del comune. In realtà gli uffici tecnici della P.A. e un ente come il Circes sono molto diversi. La diversità sta nei compiti che questi generalmente svolgono e di conseguenza nel metodo di approccio.

Quello delle P.A. è più pratico e inquadrato, giustamente, all’interno del regime normativo e vincolistico esistente. Enti come il Circes invece si servono di professionalità più vicine al mondo accademico e che generalmente si occupano di studi scientifici, analisi ricerca e decisamente meno di procedimenti amministrativi. E’ proprio dallo studio e dalla ricerca che a volte nascono nuove leggi e/o regolamenti.

Io sono molto fiducioso e sono convinto che dal confronto tra il mondo tecnico della P.A. e quello accademico possono avere luogo esperienze formative e occasioni di crescita per entrambi.

Il centro storico di Alcamo è molto ricco ed interessante essendo frutto di una stratificazione più che ottocentesca. Il professore Trombino, rappresentante del Circes, ha voluto sottolineare con forza questo aspetto durante uno dei nostri colloqui, ed effettivamente se ci riflettiamo basta percorrere il Corso VI Aprile da Piazza Bagolino fino alla chiesa della Madonna delle Grazie (circa 1 Km) per ammirare questi 800 anni di storia dal medioevo all’epoca contemporanea.

Sono molto soddisfatto di questo accordo e già proiettato verso un altro traguardo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro si sono adoperati per raggiungere questo risultato, ovvero il Circes, la Terza Commissione Consiliare, i colleghi della Giunta, gli uffici della ragioneria comunale, i dipendenti della Direzione 1 e il sindaco che ascolta sempre con molto entusiasmo le proposte del sottoscritto”.

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.