Partito Democratico siciliano si presenterà alle prossime elezioni nazionali con illustri esclusi
Le prossime elezioni del 4 Marzo di sicuro vedranno in gioco un Partito Democratico, in Sicilia, in parte diverso, perché tra esclusioni eccellenti e candidature calate dall’alto non avrà il volto che tutti conoscono.
Il concetto renziano sembra essere intuibile: serrare le fila e presentare, il più possibile, figure politiche vicine al capo. Naturalmente questa interpretazione potrebbe essere semplicistica, infatti la scelta fatta da Renzi, guardando alla Sicilia, merita un’analisi più approfondita: da un punto di vista politico si potrebbe configurare un partito poco siciliano, molto probabilmente perché il PD ha la sua “sacca di voti” più concentrata al Centro Nord, dove magari può contare dell’appoggio di ambienti legati all’economia che conta o che vuole emergere, quindi una pura scelta di interesse, niente di scandaloso, perché da sempre i partiti rappresentano gli interessi di chi li appoggia, sarebbe raccontare favole dire il contrario.
Politicamente gioco facile per Renzi grazie ad un PD siciliano che certo non ha brillato in questi ultimi anni, e si sa che il Segretario ha una mentalità politica vicina a quella cosiddetta imprenditoriale, che inserisce un altro tassello all’interpretazione della “scelta siciliana”: se un prodotto non va, è da togliere dal mercato, e necessita introdurne uno nuovo che possa, quantomeno, essere utile all’azienda.
Una cosa è certa, Renzi è un decisionista, quindi o perde o vince sa che si prenderà tutte le responsabilità.
Ma andiamo agli illustri esclusi, infatti resta fuori quelli dell’area Crocetta e Lumia, e a sorpresa resta escluso Giuseppe Antoci, il Presidente del Parco dei Nebrodi. Questo ed altro sta scatenando delle forti tensioni interne al partito.
Di contro ci sono coloro che sono stati messi in lista e tra questi gli otto capilista in Sicilia, che sono sicuri di essere eletti a Palazzo Madama o Montecitorio:
Davide Faraone e Valeria Sudano.
Invece nei sei collegi della Camera: Carmelo Miceli, il segretario provinciale di Palermo, la figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra, il segretario regionale Fausto Raciti e Fabio Giambrone.
Questa in estrema sintesi la situazione nel PD siciliano, a meno che non ci siano “rivoluzioni” dell’ultimo minuto.