All’aeroporto servono i pittori

In piena crisi ed emergenza airgest ha assunto 4 lavoratori interinali

Tanti discorsi, progetti, promesse a far meglio, il futuro dell’aeroporto di Birgi in questi giorni è stato preda nelle mani di partiti, politici, imprenditori, per non parlare di Governo e assessori regionali. Non ci perdiamo nel ripercorrere il contenuto di queste giornate passate, ritenendo, a ragione, che buona parte dei nostri lettori hanno seguito attentamente tutto quello che è venuto fuori. Oggi vogliamo parlare di pittori. Si avete capito bene, pittori. Non di illustre firme dell’arte, ma di operai che di mestiere dipingono pareti. Non abbiamo nulla contro di loro, rispettiamo il loro lavoro e speriamo anzi che in futuro questa categoria, come le altre del mondo dell’edilizia e del piccolo artigianato possano risorgere economicamente. Ci ha però colto di sorpresa la notizia che nei giorni in cui il futuro dell’aeroporto di Birgi assieme a quello della società di gestione Airgest è apparso parecchio in pericolo, la società di gestione avrebbe proceduto all’assunzione di nuovo personale a tempo determinato e seguendo il percorso interinale. Rivolgendosi cioè a società specializzata nel reperire manodopera per assumere quattro operari con qualifica di pittore o imbianchino che dir si voglia. Pare che vi fossero pareti da ridipingere completamente e senza questa manutenzione i destini dell’aeroporto erano destinati a diventare ulteriormente incerti. Le assunzioni si dice che siano state fatte prima del voto elettorale dello scorso 4 marzo, ma siamo sicuri che si tratta di semplice coincidenza, e ad onor del vero ancora prima dell’insediamento del nuovo cda.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.