PALERMO. Siamo ai titoli di coda del processo sulla trattativa Stato-mafia in corso presso la Corte d’Assise di Palermo presieduta da Alfredo Montalto, giudice a latere Stefania Brambille insieme ai sette giudici popolari. La Corte è in camera di consiglio dal 15 aprile e probabilmente entro fine settimana uscirà per emettere la sentenza di un processo lunghissimo, che va avanti da quasi cinque anni con oltre duecento udienze. Dopo la richiesta di condanne da parte dei PM di Palermo, seguita in diretta da nostro giornale, la sentenza potrebbe arrivare, come già preannunciato, nei prossimi giorni, forse anche domani.
L’atto d’accusa dei Pubblici Ministeri Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, riavvolge il nastro della Prima Repubblica fino ad arrivare alla Seconda Repubblica, gli anni di piombo, gli anni degli omicidi “eccellenti”, delle stragi, delle bombe e dei misteri. La sentenza sarà emessa nell’aula bunker del carcere di Pagliarelli, anche se l’intero processo si è svolto nella storica aula bunker del carcere dell’Ucciardone, dove si celebrò il Maxi Processo alla mafia. Il processo sulla Trattativa Stato-mafia e la sentenze che sta per essere emessa, secondo alcuni, è la conseguenza del Maxi Processo e, esattamente come ventisei anni fa, a prescindere dall’esito, sarà sicuramente una sentenza storica che farà discutere.