“Non è un partito, ma un comitato elettorale”

Pd Trapani: prima uscita “pesante”, quella del segretario dei Giovani Democratici Gaspare Messina

Lo ammettiamo. Avevamo deciso di non scrivere di politica elettorale a Trapani prima della formalizzazione ufficiale delle candidature, e della presentazione delle liste per il voto amministrativo del prossimo 10 giugno. Una idea su ciò da scrivere però l’avevamo maturata e riguardava il “deserto” annunciato delle liste di partito. A parte quella dei 5 Stelle, che per carità non chiamatelo partito, ma questo lo dicono già i pentastellati, ma lo diciamo anche noi, per ragioni diverse, che magari un giorno spiegheremo anche, per il resto è la débacle. La caduta degli Dei nel centrodestra, la confusione dalle parti del centrosinistra, il Pd ha trascinato per terra tutto lo schieramento, la scomparsa di sigle e siglette, tutto è diventato “civico”. Tutti ad amare Trapani. E però a guardare le proposte di lista ci pare di scorgere tutta una serie di soggetti, se non direttamente pronti a candidarsi qualcuno ha messo in pista mogli, figli e figlie, nipoti e amanti, che per anni e anni hanno avuto la possibilità, da consiglieri comunali in carriera, di dimostrare davvero il loro amore per la città, ma hanno preferito occuparsi sopratutto di gettoni, rimborsi e prebende “laiche”, di orti e orticelli. Non siamo stati tirati per la giacca da nessuno a cominciare a scrivere da questa mattina, ma a tirarci le orecchie, benevolmente, e in modo indiretto, è stata una lettera, quella del segretario dei giovani democratici di Trapani, Gaspare Messina, che ha preso carta e penna ed ha firmato la sua lettera di dimissioni da segretario del circolo dei GD e dal Partito Democratico. Noi la lettera ve la pubblichiamo per intero, non la intervalliamo con nostre considerazioni, ma una cosa soltanto la vogliamo dire. Tutto quello che sta accadendo nella politica non solo trapanese, non funziona. L’abbandono dei Partiti per favorire le liste civiche è qualcosa di profondamente antidemocratico e anti costituzionale. A parte che, ripetiamo, non si capisce dove è il rinnovamento che le liste civiche possono garantire o dicono di garantire, visto che c’è chi non fa altro che mettersi un abito nuovo o mandare in pista familiari, ma l’idea delle liste civiche “del volemose bene”, cioè l’idea del mettere insieme persone, forse portatrici di idee, di provenienze diverse e lontane, non è per niente democratica, è una falsa prospettiva democratica quella offerta, è una idea che butta in un frullatore tutti e tutto, e consegna all’elettore candidati privi di identità. Non è quello che la Democrazia chiede. Almeno questo è il nostro pensiero. Di seguito la lettera di Gaspare Messina, che fa anche tenerezza, ci permetta Gaspare di potere dire, quando si rivolge ai suoi interlocutori del Pd chiamandoli compagne e compagni, per lo più ci sembrano “parenti serpenti”. A parte la chiosa, Gaspare Messina, giovane che in diverse iniziative ha messo in campo professionalità e lucidità di pensiero e di azione, è indubbiamente tra i pochissimi che con franchezza stanno parlando in queste ore prossime alla presentazione ufficiale delle candidature. Buona lettura.

Care compagne e cari compagni,

giovedì 19 ho comunicato all’assemblea dei Giovani Democratici la mia volontà di dimettermi dalla carica di Segretario di circolo. La mia dimissione non è dettata soltanto da motivi anagrafici, ho superato il limite dei 30 anni, ma anche politici.

Mi sono sempre sentito onorato di aver contribuito a fondare e a far crescere questo nostro Partito, credo di aver sempre fatto il mio dovere da militante ed elettore, dando il mio contributo, piccolo o grande che sia stato, per il bene del Partito e della nostra città, impiegando il mio tempo, le mie capacità intellettuali e organizzative. Tutto questo l’ho fatto con grande convinzione, almeno fino a quando nelle riunioni di assemblea/coordinamento non si è deciso di sacrificare il nostro simbolo a favore di una non meglio precisata lista civica. Dico non precisata lista perché durante l’ultima riunione ci è stato presentato un simbolo e un nome, ma a quanto pare adesso è diverso, chi ha preso questa decisione?

Come ho avuto modo di ribadire nell’ultima riunione, il simbolo del Partito Democratico non è solo lo sforzo di un grafico ma porta con se valori e una storia che a questo punto non siamo più degni di rappresentare. Cambiare logo ad uso e consumo del periodo elettorale significa prendere in giro i nostri concittadini.

Ci tengo a precisare che la mia non è una critica alla scelta di appoggiare Giacomo Tranchida, ma alle modalità con cui si è arrivati a questa scelta, peraltro fatta da pochi iscritti senza il rispetto dei nostri regolamenti interni. Una comunità si dice tale se condivide valori e regole.

La battaglia di “civicità”, come è stata definita, non mi ha mai convinto e ancora meno come escamotage per avere qualche consigliere in più e forse un assessore, come prospettato da qualche compagno e dirigente durante le riunioni. Sui giornali assistiamo alla nascita di liste civiche che fanno capo a personaggi che, negli anni passati, hanno rappresentato amministrazioni da noi definite fallimentari e con i quali fino a poco tempo fa ci trovavamo su perimetri politici elettorali ben diversi. L’appellativo “civicità” può cancellare tutto questo?

Gianroberto Casaleggio, personaggio molto distante dalle mie posizioni ma che non posso non definire lungimirante, parlando di partiti “copia e in colla” diceva che quando i “vecchi partiti”inizieranno a copiare il movimento quello sarà il segno della loro morte.

Io credo ancora ad un Partito Democratico che possa essere valore aggiunto e guida lungimirante per l’Italia e il nostro territorio, un Partito che deve andare oltre i destini dei singoli iscritti e delle loro carriere politiche. Ritenendo che a Trapani non esista un partito ma un comitato elettorale che fa solo l’interesse di questo o quel candidato, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni dal Partito Democratico attendendo fiduciosamente che un giorno le cose possano cambiare. 

Gaspare Messina

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.