Intorno alle 21.00 di una domenica sera, è questo il “piatto freddo” che ha servito il Presidente Mattarella ai gruppi di Lega e M5S, dopo un pomeriggio ad alta tensione e incontri febbrili, e dopo aver ricevuto il Professore Conte alle 19.00 al Quirinale con la conseguenza della rinuncia al mandato per la formazione di un governo Lega Movimento 5 Stelle. Tutto ha inizio dal veto che il Quirinale ha messo sul nome del Professore Savona, ritenendo le sue tesi sul Europa piú un danno per l’Italia che un vantaggio. Savona era stato designato al ministero dell’economia.
Poco dopo essere andato via il Prof. Conte, ha parlato il Presidente Mattarella che, fin da subito, è apparso molto contrariato per come si fosse chiusa tutta questa vicenda. Nella sua dichiarazione ha fatto un excursus, su questi due mesi di consultazioni e incontri assumendosi le sue responsabilità sui vari passaggi fatti, affinché si potesse dare un governo autorevole a questo Paese. Contemporaneamente al discorso del Presidente, arrivavano via social, agenzie di stampa e telegiornali, le prime dichiarazioni di fuoco dei vari esponenti di partito, dal centrodestra al M5S. Alcune di queste dichiarazioni si spingevano perfino a chiedere impeachment per Mattarella o, come nella giornata di lunedì, qualcuno chiedeva di levarne le foto dagli uffici pubblici. Il compito del Presidente Mattarella in questi mesi è stato difficile, e adesso sarebbe facile dire quello che avrebbe o non avrebbe potuto fare. La verità è che nessuno ha una bacchetta magica per sapere quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere. Adesso, in questo particolare e delicato momento storico per il nostro Paese, un confronto dialettico civile converrebbe a tutti perché questa sarà una lunga campagna elettorale. E a tirar troppo la corda… qualcuno potrebbe farsi veramente male.
È chiaro che le posizioni del Movimento 5 Stelle e della Lega siano di scontro nei confronti del Quirinale che ritengono essere l’unico responsabile del mancato incarico a Conte e a quella che è la maggioranza politica in parlamento. E altrettanto chiari sembrano i temi che si toccheranno in campagna elettorale. È idea di molti che questo scontro istituzionale del tutto imprevisto, porterà un ritorno di voti importante soprattutto alla Lega, ma bisognerà giocarsi bene le proprie carte. Perché potrebbe bastare una sbavatura di troppo per perdere la partita della vita.
A questo punto non ci resta che attendere la data delle elezioni e sperare che questo momento di confusione e baraonda politica, non allontani ancora di più gli elettori da quello che è uno dei momenti più importanti per la democrazia di un Paese… il Voto!