Mafia e gestione attività turistiche: sequestrato all’imprenditore Savalle un patrimonio da 60 milioni di euro
La Procura antimafia di Palermo ritiene di avere messo le mani su un’altra delle casseforti a disposizione del capo mafia latitante dall’estate del 1993. Mafia e ricettività turistica, i soldi di Cosa nostra riciclati e investiti nel turismo. Un maxi sequestro di beni per circa 60 milioni di euro ha colpito un noto commercialista di Castelvetrano, Giovanni Savalle, 53 anni, un manager nella gestione di alberghi. Il provvedimento eseguito da Carabinieri e Finanzieri, Ros e Gico, è stato emesso dal Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani su richiesta della Dda palermitana.Imprenditore dalla vocazione poliedrica, Savalle si è occupato dall’agroalimentare alle costruzioni, dalle ceramiche all’abbigliamento, dalle automobili ai servizi e al turismo. Un uomo sempre in affari che ha conosciuto la sua massima popolarità quando con la sua società, la Mediterranea spa nel 2002 fu promotore della realizzazione di un lussuoso resort a Mazara del Vallo, “I Giardini di Costanza” affidato al gruppo Kempinski, in totale 99 stanze, e suite da 5 mila euro al giorno: fu il risultato di un investimento fatto dalla società Mediterranea con un contributo comunitario di 6 milioni di euro. Quel resort di lusso fu per Savalle il suo all’occhiello, una struttura arabeggiante e molto lussuosa: qui vip di mezzo mondo erano soliti venire a “nascondersi”, tra giardini e cascate di acqua. E il sospetto che a “nascondersi” per ragioni diverse siano stati anche altri soggetti, decisamente più pericolosi. Il sogno di grandezza di Giovanni Savalle finì in frantumi pochi anni addietro dapprima con un fallimento che lasciò un buco da 42 milioni e poi con una indagine della Procura di Marsala per una maxi truffa da 100 milioni di euro. . Il suo nome però nel frattempo ha fatto la comparsa in indagini antimafia, da quelle scaturite dalla collaborazione di un ex boss di Marsala, Antonio Patti a quelle relative all’ex deputato Dc Pino Giammarinaro, vicino agli esattori Salvo di Salemi. Fu attraverso Giammarinaro che Savalle conobbe il critico d’arte Vittorio Sgarbi che durante la sua sindacatura di Salemi, spesso utilizzò per il suo buon riposo il super resort di Mazara. Da ultimo il nome di Savalle venne fuori in una indagine della Dia di Napoli per alcuni restauri di Pompei e nell’inchiesta fiorentina su un altro imprenditore trapanese, Andrea Bulgarella, sfiorato anche lui dal sospetto di legami con Messina Denaro (indagine però archiviata) , a proposito della gestione di una società di navigazione proprietaria di un traghetto posto sulla rotta da e per l’isola di Pantelleria: Bulgarella intercettato è stato ascoltato presentare Giovanni Savalle come la persona giusta per un contatto con il presidente di una leasing per acquistare una nuova nave. Nel settembre 2014 era in prima fila ad accogliere a Castelvetrano l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano venuto a sostenere l’amministrazione del sindaco Felice Errante destinata però poco dopo, con l’arrivo al Viminale di Marco Minniti, ad essere sciolta per inquinamento mafioso.
Video: https://youtu.be/xb9atP0EKMk