Una grande tavola per unire i popoli

Trapani: appuntamento il 2 settembre con “Un mediterraneo di Pace” l’iniziativa presa da associazioni e singoli cittadini contro il razzismo. Una statua sul fondo del mare dedicata “al bambino mai nato”

“Vogliamo informare ed educare i nostri concittadini sul fatto che l’accoglienza fa parte del nostro modello di vita democratica ed è semmai il razzismo il nostro vero nemico”. Lo dicono gli organizzatori della manifestazione “Un Mediterraneo di Pace” che si svolgerà domenica prossima, 3 settembre, a cominciare dalle 19, nel centro storico di Trapani. “Non potevamo pensare a una cosa migliore – dice uno dei promotori, il giornalista e scrittore Marco Rizzo durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa alla quale aderiamo come tetsta giornalistica Alqamah.it – che è quella di dimostrare con il cibo l’esistenza di una storica, felice, contaminazione tra i popoli, del Mediterraneo in questo caso. E con la contaminazione, culturale, ci sono l’accoglienza e l’integrazione. Abbiamo trovato tante adesioni, ma in particolare una amministrazione sensibile”. Una amministrazione – dice Maria Pia Erice, anche lei tra i promotori, che quando alcune settimane addietro arrivò la nave Diciotti a Trapani e assistemmo alle stesse scene che si proposte in questi giorni al porto di Catania, si fece vedere con in testa il suo sindaco Giacomo Tranchida, a solidarizzare con coloro i quali venivano trattenuti a bordo della nave, a Catania purtroppo quella amministrazione non ha fatto la stessa cosa”.

“L’iniziativa – prosegue Maria Pia Erice – si ispira alla grande tavolata di 3 chilometri che si è svolta a Milano a Parco Sempione nata per dare un segnale forte contro ogni clima di intolleranza e alla quale hanno partecipato circa 10 mila persone. Desideriamo porci in continuità con quella, un percorso che non si ferma il 2 settembre ma pensiamo di continuare con altre iniziative”. Anni addietro, nel 2005, in occasione delle gare preliminare alla Coppa America di vela, il centro storico di Trapani fu chiuso per una cena di gala riservata a certi potenti, la gente non invitata restò a guardare attraverso i recinti, adesso invece il centro storico della città, il suo corso più importante, via Vittorio Emanuele, ospiterà una grande tavola ma aperta a tutti, “in particolare – dice il vice sindaco della città Enzo Abbruscato – ai meno abbienti, ai migranti che ospitiamo, un gruppo di volontari servirà i piatti preparati da ristoratori di Trapani e anche di Marsala che si sono messi a disposizione”. Il cibo servito e che unisce i popoli non poteva essere che il cuscus, un piatto tipico del Mediterraneo. “In modo materiale e pratico – aggiunge Marco Rizzo – desideriamo dimostrare che noi viviamo, ci cibiamo delle contaminazioni e che la nostra vita è fatta di integrazioni non di muri che dividono”. Lo dice chiaramente lo slogan della manifestazione: “Quello che la paura divide, la cultura unisce”. “Non ci stiamo facendo una bella figura come sistema Paese per come stiamo affrontando l’emergenza immigrazione e come stiamo accogliendo i migranti, oggi – dice il sindaco della città Giacomo Tranchida – mi piace rivolgere un grazie al Presidente Mattarella e alla Chiesa e anche alle associazioni e a tutti coloro i quali hanno scelto di aderire alla manifestazione di domenica prossima. L’amministrazione grazie al contributo di tante associazioni vuole seminare in maniera gentile una nuova forma di impegno solidale, e con esso il valore di essere comunità oltre ogni confine”. “Far parte di questa manifestazione – afferma il vice sindaco Enzo Abbruscato – per noi è cosa naturale, il significato di questa manifestazione fa parte del nostro dna politico. Domenica pomeriggio il salotto buono della nostra città sarà aperto a tutti”. “Sarà tutto gratuito – precisa Maria Pia Erice – è un’occasione per ribadire la grande cultura dell’accoglienza che caratterizza il nostro territorio, luogo di confine, luogo di bellezza e ricchezza culturale e luogo di rinascita per molte persone che fuggono dal proprio paese in cerca di una vita migliore. Faremo rete, ascolteremo giornalisti, attori, operatori dell’accoglienza”. Ci saranno anche gli studenti che opereranno da interpreti e mediatori culturali. Infine il sindaco Tranchida ha dato l’annuncio di un’altra iniziativa: “Sui fondali del nostro mare, davanti al porto , a poche miglia dal luogo della battaglia delle Egadi del 241 a.C., che segnò il nostro divenire, collocheremo una statua, dedicata “al bimbo mai nato”, pensando ai tanti che in questo nostro mare, cercando un approdo purtroppo hanno perso la loro vita, e tra loro anche tante donne che non sono riuscite a far nascere in una terra moderna e di sviluppo i figli che portavano in grembo”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.