TRAPANI. La mafia trapanese continua ad essere una tra le più pericolose. È una mafia che ha ancora radici profonde nel passato, quello degli anni più bui. Esiste, quindi, ancora una mafia delle campagne pronta a sparare. È quanto emerge dalla scoperta degli uomini della Questura di Trapani nelle campagne tra Salemi e Paceco. Un arsenale pronto all’uso nelle disponibilità, secondo gli agenti, della pericolosa mafia trapanese.
La strategia della sommersione di Matteo Messina Denaro, il più feroce latitante a piede libero, è ancora attuale ma recentemente i dissidi interni alla famiglia mafiosa trapanese, come evidenziato in alcune operazioni antimafia, hanno messo in risalto l’alto rischio di intervento “mano militare”. Una mafia silente, sommersa, ma pronta a tornare a sparare e a versare sangue per le strade della provincia. Lo stesso Matteo Messina Denaro nel 2015, come emerse dall’operazione “Visir”, minacciava di essere pronto a risolvere “manu militari” eventuali inosservanze ed inadempienze di alcuni “uomini d’onore” della provincia.
Il blitz, condotto dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani diretta da Fabio Mustaro in sinergia con la Squadra mobile di Palermo e lo Sco, ha permesso di scoprire un vero e proprio arsenale pronto all’uso. I poliziotti della Questura di Trapani, guidata da Claudio Sanfilippo, sono arrivati al casolare durante l’operazione di ricerca di latitanti nelle campagne trapanesi. Alcune delle armi sono ora al vaglio dei tecnici della Polizia Scientifica per verificare se sono state utilizzate per compiere omicidi. Secondo i poliziotti sarebbero state a disposizione della mafia trapanese, anche se ancora non figura nessun indagato. Sono infatti ancora al vaglio le posizioni dei due proprietari del casolare.
Dopo l’arresto del latitante vicino agli ambienti mafiosi Vito Marino e quello del narcotrafficante Vito Bigione, quest’ultimo arrestato in Romania, gli agenti hanno inferto un altro duro colpo all’organizzazione mafiosa. Infatti le armi, ben occultate, erano intatte e perfettamente funzionanti. Grazie ai sofisticati mezzi della polizia con il supporto di alcuni cani nello specifico sono stati rinvenuti e sequestrati, sotto il pavimento del casolare, quattro micidiali fucili d’assalto kalasnikov con caricatori e munizionamento, due pistole revolver cal 38, un fucile a pompa, un fucile cal. 12 da caccia, un fucile mitragliatore mab 38, un fucile mitragliatore mp 40 e numerose munizioni. Non è la prima volta che emergono arsenali dalle campagne deltrapanese. In passato altri arsenali simili furono rinvenuti negli anni ‘90. Ma non bisogna andare troppo lontano, era il 2017 quando gli uomini della polizia sequestrarono coltelli, katane, sciabole, machete e diverse armi da taglio nelle disponibilità di uomini vicini alla mafia alcamese.