PALERMO. “Cristiani e Musulmani nei secoli… -Affresco delle due religioni monoteiste e dei loro incontri e scontri” (Dario Flaccovio editore): è il nuovo lavoro storiografico del professore Michele Antonino Crociata che sarà presentato giovedì 8 novembre, alle ore 16, nell’aula “Piersanti Mattarella” (Sala Gialla) del Palazzo Reale di Palermo.
Sarà introdotta e moderata da Bartolo Sammartino presidente dell’Accademia nazionale della Politica. Previsti i saluti del presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè, di Antonino Di Janni, delegato-vicario per la Sicilia del sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio e del sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo. Quindi l’intervento del giornalista e direttore del museo del Risorgimento di Palermo Pasquale Hamel, seguito dalla relazione del giornalista e scrittore Magdi Cristiano Allam; subito dopo libero dibattito e l’intervento del docente di Lettere e presidente della fondazione culturale “Thule” Tommaso Romano. Gli intermezzi musicali e canori saranno curati da “I solisti dell’Operalaboratorio” di Palermo. Alla fine dell’incontro l’autore omaggerà ai presenti una copia del libro.
Sinossi dell’opera:
“Questo vibrante libro di storia e di attualità che analizza un problema complesso e da sempre irrisolto; un evento epocale, che ancora oggi assilla il mondo e, in particolare, l’Italia e l’Europa dopo le inondazioni barbariche (secoli II-V d. C.) e dopo gli incontri e scontri, spesso catastrofici, degli ultimi 14 secoli –si legge nella descrizione- L’esperienza delle odierne migrazioni afro-asiatiche nel vecchio continente mira o no alla definitiva sostituzione etnica dei popoli europei? Dopo Costantinopoli (1453), cioè, adesso toccherebbe a Roma? È, dunque, urgente e indispensabile prendere coscienza del fenomeno e sapere agire, reagire e interagire nei modi appropriati. Si tratta, dunque, di un’opera che merita di esser fatta propria da tutti coloro che avvertono la gravità dei dinamismi dell’evento e che, inoltre, suggerisce soluzioni che senza dubbio vanno tenute in grande considerazione per confutare quelle interpellanze della storia asservite alle preoccupanti pretese del tempo presente”.