Tanto chiasso per nulla

Alcamo: La “guerra” giudiziaria per una strada sterrata che esisteva già dal 1968

La pronuncia del Consiglio di Giustizia Amministrativa ha chiuso una vertenza giudiziaria che nel tempo ha destato parecchio clamore e fatto circolare anche veleni. Il Cga ha annullato l’ordinanza del Comune di Alcamo che ingiungeva la demolizione di un tratto viario sterrato lungo un’ area demaniale in prossimità dell’ex Casello Ferroviario di Alcamo Marina. Il Consiglio ha accolto l’appello presentato dall’arch. Silvio Piccolo e allo stesso tempo ha respinto l’appello incidentale presentato dal Comune di Alcamo. E’ stata definitivamente acclarata l’esistenza della stradina da tempo immemore, almeno dal 1968. Anche in sede amministrativa si è quindi accertato che l’arch. Silvio Piccolo non ha realizzato una nuova stradella come sostenuto dagli uffici del Comune di Alcamo. La vicenda era stato oggetto anche di una indagine penale, scaturita dalle comunicazioni inoltrate all’autorità giudiziaria dagli uffici comunali, e in sede di indagini preliminari il consulente tecnico nominato dal Tribunale giungeva alle stesse conclusioni del CTU nominato dai Giudici in sede civile. Aspetto quest’ultimo sottolineato dal collegio giudicante del CGA che in sentenza sottolinea la circostanza che le conclusioni cui si è pervenuti sono state emanate “alla luce delle riportate valutazioni tutte concordanti quantunque provenienti da Giudici diversi“. Gli esami condotti dai Consulenti tecnici nominati dai Giudici hanno dimostrato, con l’ausilio di prove penetrometriche, acquisizione di foto aeree, esami stratigrafici, rilievi topografici, prove di carico su piastra ed esecuzione di scavi esplorativi finalizzati ad accertare la presenza di una antica fondazione stradale, la preesistenza della stradella a servizio dell’immobile oggi di proprietà dell’arch. Silvio Piccolo. Un giudizio che ha scritto una pagina quasi di storia. E’ stata infatti acquisita una rara foto aerea del 1955 che ha dimostrato come la casa, una delle più antiche di Alcamo Marina, era già allora servita da strada ma con un percorso diverso dall’attuale. Ciò in quanto l’immobile era sede dell’avamposto della Dogana contro la lotta al contrabbando sin dal 1932. Negli anni tra il 1955 e il 1968 si è venuto a determinare il tracciato attuale che quindi è tale da almeno 50 anni. Nessuna nuova realizzazione quindi. Sono queste le conclusioni raggiunte in sede di giudizio civile, in sede di indagini preliminari e confermate dalla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Si legge in sentenza che “gli accertamenti…diano piena prova della preesistenza della stradella … e che fosse adibita tanto al transito pedonale che al transito dei veicoli…“. Il Cga ha quindi dato torto al Comune che postulava la non preesistenza della stradina senza il sostegno di alcuna prova. Non ha retto neppure la tesi sostenuta dall’ordinanza comunale riguardo la presunta necessità di acquisire un titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori di consolidamento della stradina esistente. Il CGA sul punto giunge ad una troncate affermazione: ” l’assenso comunale sarebbe stato necessario solo nel caso in cui per l’esecuzione dei lavori fosse stato necessario acquisire la concessione edilizia“ed ancora: ” si tratta di un’opera che rientra nel novero delle opere di manutenzione ordinaria regolate dall’art. 6 della l.r. 37/85″. In altre parole non si tratta di opere soggette a titolo abilitativo rientrando nella casistica di attività edilizia libera. Ha quindi agito correttamente l’arch. Silvio Piccolo non richiedendo alcuna autorizzazione agli uffici comunali. Il Collegio non manca di sottolineare che le opere eseguite hanno ottenuto i pareri favorevoli della Soprintendenza di Trapani, del Genio Civile di Trapani, della Capitaneria di Porto e dell’Agenzia delle Dogane oltre che chiaramente del Demanio Marittimo. Il Comune di Alcamo è stato condannato al pagamento delle spese del doppio grado di giudizio.Per quanto riguarda infine la presenza della sbarra in legno, richiesta appositamente dal Demanio Marittimo, posta ad inizio della stradella, il CGA sottolinea come: “non ostacola nè ostruisce l’accesso pedonale alla stradella e all’intera spiaggia, ma si pone come un limite all’accesso con veicoli dei soggetti diversi dal concessionario, mostrandosi in tal modo rispettosa di quanto auspicato dall’Assessorato Regionale“. Infine, a qualcuno è sfuggito un particolare non certo irrilevante: la stradella in questione rappresenta, ad oggi, l’unico caso regolarizzato con l’ottenimento di una Concessione Demaniale Marittima nonchè con il pagamento di un corposo canone annuale posto a carico dell’arch. Piccolo.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.