Dalle montagne di Castellammare al Monte Everest per “conoscere e condividere esperienze”, l’impresa di Ignazio Sottile

L’impresa del castellammarese Ignazio Sottile, dalle scalate sul Monte Inici al Monte Everest per “vedere e fotografare il tramonto sull’Everest”

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NEPAL. Dalle scalate con il CAI di Monte Inici al confine fra Cina e Nepal, sul Monte Everest. È questa l’impresa che sta portando avanti il castellammarese, nonché Presidente di BC Sicilia sezione di Castellammare del Golfo, Ignazio Sottile. In questi giorni si trova impegnato nella scalata del Monte Everest per “fotografare il tramonto e attraversare il passo di Cho La”. “Il mio obbiettivo – spiega Ignazio Sottile ad Alqamah.it – non era e non è raggiungere la vetta. Ma arrivare alla vetta di Kala Pathar per vedere e fotografare il tramonto sull’Everest e soprattutto attraversare il passo di “Cho La” a 5368 metri sul livello del mare, uno dei più difficoltosi, dove è necessario avere anche ramponi da ghiaccio”. Un’impresa che Ignazio sta conducendo da solo su una delle sette vette più alte dei mondo. “Il circuito che farò – sottolinea – si chiama Lukla e sarà di 13 giorni”. Ed è partito proprio da Lukla, il piccolo aeroporto per soli bimotori a 2900 metri sul livello del mare, uno dei dieci aeroporti più pericolosi al mondo. Lukla è l’unica porta d’entrata al Parco Nazionale di Sagarmatha (Everest per gli occidentali).

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“La mia avventura in Nepal inizia 3 anni fa. – racconta ad Alqamah.it direttamente dai ghiacciai del Monte Everest – Dopo il terremoto di aprile e maggio del 2015 ho deciso di portare il mio contributo facendo due settimane di volontariato per la ricostruzione di una scuola elementare nella zona dell’Himalaya, da lì è nato il mio desiderio di conoscere più a fondo questa catena di montagne che con le sue otto vette sopra le 8mila metri è la più alta in assoluto sulla terra. Quello stesso anno decisi di esplorare il circuito del parco Nazionale del  Anapurna attraversando il passo “Thorung La” a 5415slm”. Un amore profondo, quindi, quello nato tra Ignazio e il Monte Everest.

“L’anno scorso – continua Ignazio Sottile ad Alqamah.it – sono stato in Tibet ed ho raggiunto il campo base Everest a 5200slm partendo da Lhasa, ma con il supporto di guida e un mezzo di trasporto. Quest’anno ho deciso di raggiungere il campo base Everest a 5315slm dal lato Nepal, per fare ciò ho impiegato sei giorni di cammino più uno di climatizzazione senza guida e senza facchino con il mio zaino di 12 chili, anche se da Lukla al villaggio di Benkar avevo con me 20 chili. Inoltre – continua – sono salito sul monte Kala Pathar a 5550 metri sul livello del mare, per poter fare le foto del tramonto sull’Everest e per allungare e ampliare la mia conoscenza di queste vette ho attraversato la valle per aggiungere il passo ghiacciato e pericoloso di Cho La”.

L’itinerario: Da Lobuche (5018slm) a Dzonglha (4830slm), a Cho La pass (5368slm). “Sono partito da una quota di 2600slm, e dopo sei giorni in cammino, tra sali e scendi, ho deciso di fermarmi a Kala Pathar (5550slm) per poter vedere e fare qualche foto del tramonto (del fuoco sopra la madre di tutte le montagne) e sulla cima del monte Nuptse. Ma la parte più rischiosa al momento è stata quella dell’attraversamento del ghiacciaio del passo Cho La a 5368slm, che porta verso Gokyo lake, uno dei più alti a 4760slm. Ma a parte i paesaggi unici, le persone del luogo, la flora e fauna, è stato importantissimo e pieno di valore l’interscambio e l’incontro con gli abitanti del luogo, con persone di tutti i continenti, sia soli come me che con la proprie forze ed esperienza hanno affrontato l’ascesa, oppure con gruppi che si sono avvalsi delle agenzie, guide, facchini o asini. Il motto non deve essere “più sali più vali”, ma più conosci, ti confronti e più acquisisci esperienza. Saluti a tutti da Solukhumbu, Regione Everest”.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.