Lucia Riina dopo le polemiche ritirerà il nome dal ristorante di Parigi: “Io qui per lavorare”

PARIGI. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla nuova vita di Lucia Riina a Parigi, arriva il commento della figlia del capo dei capi Totò Riina morto nel 2017 che cerca di “mettere una pezza” alle polemiche. Al giornale francese Le Parisien ha dichiarato che ritirerà il suo nome dal ristorante aperto a novembre e chiamato “Corleone by Lucia Riina”.

Insieme al marito e alla figlia di due anni da novembre vive a Parigi per “cambiare vita” e lavorare. “Non volevo provocare né offendere nessuno, volevo semplicemente valorizzare la mia identità di artista e pittrice e allo stesso tempo rendere onore alla cucina siciliana. Mio padre ha la sua storia, io ho la mia”. È quanto ha affermato nell’intervista a Le Parisien. Al giornale francese ha annunciato che ritirerà il nome, ma che soffre nel vedere “negata la mia identità di artista, pittrice e donna”.

“Io penso che ciascuno abbia il diritto di esprimersi e vivere la propria vita. Io sono qui per parlare del presente, oggi io sono una pittrice e la madre di una bambina, mio padre ha la sua storia, io ho la mia”, ha affermato nella lunga intervista. Intanto nel ristorante ci sono quadri e piatti firmati da Lucia Riina. Ma lei ha affermato di essere soltanto una dipendente e di non essere proprietaria del ristorante di Rue Daru a Parigi. “Siamo dipendenti. Accolgo con favore i clienti, mio ​​marito si occupa del bar e impara il mestiere. I fondi non sono miei. Non c’è riciclaggio di denaro, non abbiamo una valigia di soldi, come ho letto” – ha concluso.

Intanto sul caso sollevato dall’edizione palermitana de La Repubblica, nei giorni scorsi, si è espresso in modo negativo anche il neo Sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi. Quest’ultimo su Rai 1 ha affermato che “a Corleone è iniziato un percorso di contrasto alla mafia”.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.