“L’ironia e la forza delle donne contro il narcisismo patologico”, la ricetta vincente in scena ieri a Castellammare

La rinascita femminile nella magistrale interpretazione di Stefania Paternò

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Tra gli applausi del pubblico castellammarese ieri sera al Teatro Apollo Anton Rocco Guadagno di Castellammare del Golfo è calato il sipario su “Amami senza trucco”, lo spettacolo scritto e diretto dal noto regista e autore Andrea Muzzi e interpretato da Stefania Paternò. L’evento di ieri sera ha aperto ufficialmente la stagione invernale del Teatro Apollo, oltre ad essere la prima uscita pubblica.

La bravissima Paternò con la sua interpretazione attrae il pubblico in una seducente danza di emozioni. Sconfigge con l’allegria i luoghi comuni e rispedisce al mittente ogni pregiudizio. Lo spettacolo, semplice, ma profondo, è nato dal genio di Andrea Muzzi, simpaticissimo regista e autore toscano di film per il piccolo e grande schermo, oltre che per il teatro. Un testo ricco di contenuti che “rapiscono” il pubblico per un ora di monologo interpretato da una sorprendente Stefania Paternò, giovane attrice siciliana trapiantata a Roma. Muzzi ha “ricamato” lo spettacolo su di lei, le ha cucito addosso il vestito di donna “sedotta e abbandonata” da uomini narcisisti patologici. Una narrazione, come svelerà anche la stessa interprete, anche un po’ autobiografica. Un inno alla rinascita femminile tra alti e bassi. Picchi negativi che spesso finiscono per schiacciare ogni consapevolezza di sé. Una rinascita interiore che Paternò tira fuori con forza alternando momenti drammatici a tratti comici. Il linguaggio, semplice e giovanile, fa di “Amami senza trucco” un evento adatto a tutti. L’ironia, mai banale, rende più “digeribile” l’uomo che ne esce fuori: un narcisista possessivo, semplicemente egoista.  

Ne viene fuori una donna “materna anche nel dolore” che lentamente si rialza dall’oppressione, dalla gabbia di finto amore che opprime il quotidiano e che finisce per diventare un pericoloso boomerang. Dall’agonia, all’allegria di vivere. Dalla morte interiore alla rinascita coraggiosa. Fanno breccia degli intermezzi musicali sempre in chiave ironica dei classici di Lucio Battisti e di Fausto Leali. L’interprete dice di sentirsi “un pugile consapevolmente perdente”, invece dimostrerà proprio il contrario. Dietro una “donna di burro” si nasconde una corazza di cemento. Zero sbavature, tanti applausi. E questa era solo la prima uscita pubblica.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.