Il covo era il ristorante

Mazara: il capo della banda che gestiva immigrazione e traffici illeciti era il titolare del “Bellavista”

Nell’ambito dell’operazione “Barbanera” condotta in queste ore dalle Fiamme Gialle su ordine della Procura di Palermo, i sigilli sono stati apposti al ristorante “Bellavista” di Mazara del Vallo. Da qui il titolare Fadhel Moncer, tunisino da anni residente a Mazara, guidava l’organizzazione che gestiva i viaggi clandestini fra Tunisi e Lampedusa. Moncer utilizzava piccole imbarcazioni per i viaggi dalla Tunisia verso le coste mazaresi, dalle indagini della Procura di Palermo è emerso che si era anche impossessato di gommoni che risultavano essere sotto sequestro a Lampedusa. Ci sono ulteriori indagini per accertare se sono da collegare alla banda di Mocer i furti di alcuni gommoni di altura avvenuti la scorsa estate nelle Egadi, tra Marettimo e Favignana. C’è di certo che il suo ristorante , uno dei più noti e frequentati di Mazara, era un lussuoso paravento per gli affari illeciti di Moncer che nelle intercettazioni è stato ascoltato raccontare di come aveva corrotto in Tunisia agenti della Polizia per far tornare libero un suo complice finito arrestato. Moncer nel 2012 era stato già arrestto per traffico di armi, allora venne intercettato addirittura a parlare di un possibile attentato ai danni della caserma dei carabinieri di Marsala. Il sequestro odierno ha riguardato anche una casa bunker, che si trova a Marsala, una villetta nella disponibilità di Moncer, e ancora un un’azienda agricola, un cantiere nautico, e due pescherecci, oltre a vari conti correnti. Alcuni indagati sono stati fermati all’imbarco del traghetto in partenza da Palermo per Tunisi e avevano con loro 30 mila euro in contanti nascosti nel’auto.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.