“Cemento del Golfo”: condanne per Mariano Saracino, Vincenzo Artale, Vito e Martino Badalucco

Esclusa l’appartenenza all’associazione mafiosa, condannati per estorsione aggravata dall’aver agevolato Cosa nostra

TRAPANI. Sono stati condannati questo pomeriggio gli imputati dell’operazione antimafia denominata “Cemento del Golfo”. I Pubblici Ministeri della Procura Distrettuale antimafia di Palermo, Francesco Grassi e Gianluca De Leo, avevano chiesto pesanti condanne lo scorso dicembre per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. Oggi sono stati condannati tutti per estorsione aggravata dall’articolo 7 D.L. n°152/91, ovvero per aver agevolato l’attività dell’associazione denominata Cosa nostra: la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo.

La sentenza è stata emessa intorno 16:00 dalla sezione penale del tribunale di Trapani, Presidente del Collegio Dott.ssa Daniela Troja a latere i giudici Gianluigi Visco e Oreste Marroccoli.

10 anni e 2 mesi di reclusione e 4000€ di multa per il castellammarese Mariano Saracino, già in passato condannato per mafia, a cui è stata esclusa l’appartenenza alla mafia per gli anni oggetto dell’indagine. 8 anni e 6 mesi di reclusione e 3000€ di multa per Martino Badalucco, 8 anni di reclusione e 2800€ di multa per Vito Badalucco, 3 anni di reclusione e 1050€ di multa invece per l’imprenditore alcamese Vincenzo Artale. Tutti gli imputati presenti in aula ad accezione di Artale.

Non hanno retto le accuse di appartenenza all’associazione mafiosa per gli imputati. Per l’imprenditore Vincenzo Artale, iscritto in passato all’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese, la condanna è arrivata soltanto per l’estorsione ai danni dell’imprenditore Miceli, aggravata dall’aver agevolato l’attività dell’associazione denominata Cosa nostra.

Per l’altro imputato, il 72enne Vito Turriciano, la condanna per mafia a 12 anni con il rito abbreviato è diventata definitiva in Cassazione l’anno scorso.

Tra le parti civili che dovranno essere risarcite l’associazione Castello Libero Onlus di Castellammare del Golfo, l’associazione Antiracket e Antiusura Alcamese, il Comune di Castellammare del Golfo, il Centro studi Pio La Torre, Sicindustria, l’Associazione Libero Futuro di Palermo e la Parisi Vito srl. Rigettate invece le parti civili Vito Parisi, le imprese Siar srl, Mollica Francesco, Mollica Antonino e la Tecnordest srl.

Fissato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.