Oggi, ad Alcamo Marina, si celebra la commemorazione del quarantatreesimo anno della strage della casermetta. Anniversario tristemente noto per l’assassinio dei giovani Carabinieri Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Un anno in più senza che sia stata fatta giustizia.
I fatti risalgono alla notte tra il 26 e il 27 Gennaio del 1976, quando un gruppo armato irruppe nella piccola casermetta di Alcamo Marina, cogliendo di sorpresa i due militari, probabilmente a causa delle forti piogge. Il giovane Carmine venne ucciso direttamente nella sua brandina. Nell’altra stanza, Salvatore, che invece i rumori li aveva sentiti, non fece in tempo ad impugnare la pistola che venne raggiunto da una scarica di colpi. Dopodiché il silenzio, lungo più di quarant’anni.
Tante le piste, le ipotesi, le congetture, i presunti colpevoli poi successivamente assolti (sulla base di una dichiarazione tardiva), ma allo stato attuale nessun colpevole. L’unica certezza è la perdita di due servitori dello Stato. Vite che dovrebbero pesare sulle coscienze di tutti, in assenza di verità e giustizia, come memoria collettiva.
Nei giorni scorsi, abbiamo assistito alla parata solenne e mediatica (per certi versi macabra), da parte dei nostri Ministri, sulla vicenda Cesare Battisti, assicurato alla giustizia dopo tanti anni di latitanza. Sul caso della Casermetta di Alcamo Marina, invece, nemmeno la riapertura del fascicolo con le indagini, solo un silenzio assordante.