Le amministrative in Sicilia si terranno il 28 aprile, i ballottaggi saranno il 12 maggio.
Tutti si aspettavano un accorpamento con le europee, ma questo non è accaduto. In una nota stampa l’Assessore Regionale Bernadette Grasso afferma che non è stato possibile perché “la legge regionale, che consentirà finalmente alle ex Province di tornare al voto, dopo anni di continui commissariamenti, è stato previsto che il rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali fosse antecedente a questa consultazione”, quindi prima del 30 giugno, quando sono previste le elezioni di secondo grado per le ex province, così da poter permettere ai comuni, rinnovati, di eleggere i propri rappresentanti, che andranno a far parte dei Liberi Consorzi, cioè le ex Province. “Una votazione in un unico giorno– sempre Grasso – avrebbe fatto slittare le provinciali e quindi una proroga dei commissariamenti“, tradotto “ulteriori costi per gli enti locali”.
Ma questa spiegazione non convince tutti e infatti non mancano le voci critiche, c’è chi parla di occasione persa, perché si prospettano tre tornate elettorali in un mese circa, di conseguenza spese per le casse regionali, che certo non godono di ottima salute, e quindi uno spreco dei soldi dei contribuenti siciliani.
Ritornando ai dati, questi ci parlano di 34 comuni al voto, tra questo un capoluogo di provincia, Caltanissetta e poi nel Palermitano Bagheria e Monreale. In provincia di Trapani, si recheranno alle urne i cittadini di Mazara del Vallo e quello di Salemi, ancora da districare la questione Comune di Castelvetrano, che è commissariato.