Quella strana voglia di “bavaglio”

Marsala. Caso Pellegrino: a proposito degli articoli sul deputato regionale indagato per corruzione elettorale, la Camera penale ne approfitta per attaccare la stampa

La Camera Penale di Marsala, ne abbiamo dato notizia, ha diffuso un comunicato dove insorge contro il mondo dell’informazione a proposito dell’indagine che riguarda l’avv. Stefano Pellegrino, penalista marsalese e deputato regionale di Forza Italia. L’on. Pellegrino è indagato per un reato che rientra nella sua sfera di politico, il reato contestato dalla Procura di Palermo è di corruzione elettorale. Il reato contestato non riguarda quindi comportamenti inerenti il suo lavoro di avvocato penalista. Ciò non di meno la Camera Penale di Marsala esprimendo solidarietà al collega è voluta intervenire e non  è andata leggera nelle parole. E’ la dimostrazione che nel nostro Paese serpeggia, anche laddove non dovrebbe esserci, una strana voglia di bavaglio alla stampa. I penalisti marsalesi sono preoccupati, dicono “per l’utilizzo di atti processuali secretati e ancora in fase di accertamento come se fossero già sentenze di condanna”. E ricordano che il nostro sistema costituzionale è basato sul principio di non colpevolezza e sul segreto istruttorio che, certamente, sempre più somiglia al segreto di pulcinella, tranne che per il diretto interessato”E si appellano a chi ha la titolarità della tutela “del rispetto delle regole, poiché sono immanenti e imprescindibili per il rispetto del principio cardine del nostro sistema giudiziario ossia la presunzione di innocenza. Assistere, inermi, all’attacco mediatico nei confronti del nostro collega avv. Stefano Pellegrino e degli altri che sono coinvolti nella medesima operazione, è un atto che fa indignare tutti! Non vi è libertà quando le leggi permettono che un uomo cessi di essere persona e diventi una cosa. Non vi è rispetto delle regole, se l’indagato presunto innocente, si vede, sbattuto in prima pagina su tutte le testate nazionali, ancor prima di conoscere e comprendere quali contestazioni vengono mosse“. Ricordiamo ai penalisti marsalesi che celare una notizia talvolta, o sempre, può far danno alla democrazia e alle libertà collettive e individuali. Quando alla stampa è impedito di diffondere informazione significa che non ci si trovi in sistema democratico e libero. E’ roba da regimi dittatoriali! Se non fosse stato per la stampa, per esempio, non avremmo mai saputo di un ragazzo, Giulio Regeni, la cui vita è stata inghiottita dalla violenza di un Governo, quello egiziano. Se non fosse stato per la stampa italiana, tante vicende sarebbero rimaste irrisolte. E di tante altre avremmo continuato a non saper più nulla. Sul punto. Non ci pare che l’on. Stefano Pellegrino abbia subito attacchi mediatici, e ci pare che nemmeno lui abbia avvertito ciò, considerato che in questi giorni più di una volta ha avuto la possibilità di parlare con i giornalisti e rendere dichiarazioni alla stampa, puntualmente pubblicate. Non ci sono mani che muovono fango mediatico. E non c’è stata gogna mediatica. Semplicemente è accaduto che i giornalisti hanno avuto una notizia, l’hanno verificata e l’hanno ritenuta fondata e di rilevanza sociale e quindi l’hanno pubblicata. Non sta bene ai penalisti marsalesi questa formula? Sta bene loro solo quando le notizie arrivano alla stampa veicolate dagli avvocati? I penalisti si rivolgono ai pm e chiedono interventi a tutela della privacy. Ma in questo caso non ci pare che si tratta di privacy. Ma anche su questo fronte tranquillizziamo i penalisti marsalesi. Sono tantissimi i cronisti che, scegliendo di scrivere e quindi di non tradire il patto con i lettori e con i cittadini che rivendicano il diritto ad essere informati, vengono sottoposti a procedimenti per violazione di segreti istruttori ma si tratta di cronisti che hanno sempre scritto con la schiena dritta e in nome dell’articolo 21 della Costituzione, anche sapendo di potere violare una norma, ma la libertà d’informazione per questi cronisti, e noi siamo tra questi,viene innanzitutto davanti a ogni cosa.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.