“Contrastare il gioco d’azzardo limitando le sale da gioco, prevedendo meno tasse per chi non lo incentiva ed avviando percorsi di informazione e prevenzione sulle ludopatie”
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Contrastare il gioco d’azzardo limitando le sale da gioco ma anche prevedendo minori tributi per le attività che non hanno slot e macchinari abilitati per il gioco d’azzardo e coinvolgere scuole e parrocchie su percorsi di informazione e prevenzione delle ludopatie. L’amministrazione comunale ha deciso di impegnarsi, con appositi regolamenti ed ordinanze, ad avviare misure specifiche per contrastare il gioco d’azzardo aderendo alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” per la formazione civile contro i fenomeni della criminalità organizzata.
“Il gioco d’azzardo, se diventa patologico, crea dipendenza e comportamenti a rischio in particolare per le fasce più deboli della popolazione, come adolescenti e anziani -sottolinea il sindaco Nicola Rizzo-. Occorre contribuire a contrastare il crescente e pericoloso fenomeno del gioco d’azzardo che chiaramente non riguarda chi senza incidere sulla sua vita economica e sociale gioca sporadicamente ma il confine tra diversivo ed azzardo è molto sottile”.
In particolare le misure previste sono quelle di limitare le sale da gioco ed il loro orario di apertura, nonché prevedere facilitazioni di natura tributaria per gli esercizi “No slot”, coinvolgendo in particolare le scuole su percorsi di prevenzione ed informazione.
“Il gioco d’azzardo è una piaga con risvolti devastanti sulla vita delle persone e delle relazioni familiari e sociali. Per porvi un freno bisogna partire dalla riduzione delle sale da gioco e creare tavoli tecnici permanenti formati dai rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, delle scuole e delle parrocchie, destinando risorse per la realizzazione di percorsi di formazione coordinati rivolti agli studenti che riguardano i rischi legati a chi frequenta sale giochi e sale scommesse, gioco online, spiegando cosa sono le ludopatie e cos’è l’uso responsabile del denaro -afferma il sindaco Nicola Rizzo-. Il fenomeno del gioco d’azzardo è strettamente collegato alla criminalità organizzata quindi occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze poiché sempre più spesso molti soggetti arrivano a compromettere l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario”.
“Da recenti dati statistici, gli italiani puntano in un anno, al gioco, uno stipendio medio cioè 1.431 euro. Inoltre da tempo, sul nostro territorio esercitano operatori stranieri non autorizzati come circa 6 mila centri scommesse disseminati nel Paese, che producono un fatturato di circa 4 miliardi di euro all’anno e che hanno sede legale in paesi stranieri (dove risiedono le più importanti agenzie di scommesse: Malta, Inghilterra ecc.). Si tratta di un mercato di tipo parallelo, un doppione di quello nostrano che, pur operando l’attività in Italia, esercita la pratica del gioco d’azzardo facendo scommettere all’estero dove, di fatto, pagano anche le imposte sull’azzardo-si legge nell’atto di indirizzo della giunta comunale-. È stato accertato da decine d’inchieste che, maggiore è “l’offerta del gioco legale”, più semplice è per i clan malavitosi trarre profitti attraverso pratiche di usura, riciclaggio, estorsione.”
“Plaudiamo all’iniziativa del Comune di Castellammare del Golfo con la quale l’Amministrazione ha recentemente deliberato lo sgravio di tasse comunali a tutti gli esercizi commerciali che intendano rinunciare all’installazione, all’interno dei loro locali, delle slot machine. – afferma l’Avv. Giancarlo Pocorobba, Coordinatore Konsumer Sicilia – La patologia “febbre del gioco” o ludopatia è, infatti, diventato un gravissimo problema sociale, oltreché economico, per le famiglie cui Konsumer Sicilia intende fermamente opporsi.
Come più volte evidenziato dalla stampa, dietro questo terribile fenomeno si celano, molte volte, interessi poco trasparenti se non talvolta anche mafiosi.
Normalmente i giocatori sono sempre più casalinghe e padri di famiglia che non sanno neppure di essere caduti nella rete di una vera e propria grave malattia, cosicché occorre che le istituzioni ne prendano pienamente coscienza e pongano in essere azioni concrete, come quelle del Comune di Castellammare, per arginarne il fenomeno. Un sentito “bravi”, – conclude- quindi, agli amministratori castellammaresi nella speranza che altri comuni possano seguirne l’esempio”.