TRAPANI “Donne in campo oltre i muri” per sostenere una battaglia culturale che porti al riconoscimento delle pari opportunità e dei diritti sociali, economici e politici tra generi.
Stamani, la Cgil, la Cisl, la Uil e il Trapani Calcio si sono ritrovati, ancora una volta, insieme per inaugurare allo Stadio provinciale il murales, realizzato dall’artista trapanese Nanno Gandolfo, che completa il progetto ideato in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata lo scorso 25 novembre, che ha previsto l’inaugurazione, sempre al provinciale, del primo murales.
Presenti all’iniziativa, le sindacaliste della Cgil di Trapani Antonella Granello, della Cisl Trapani Palermo Lorenza Maltese e della Uil Antonella Parisi, il segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona, l’amministratrice unica del Trapani Calcio Paola Iracani, il responsabile commerciale del Trapani Calcio Nicolò Achille, la sindaca di Erice Daniela Toscano, l’assessore del Comune di Trapani Rosalia D’Alì, gli studenti del Liceo economico sociale “Rosina Salvo” di Trapani, la Commissione per le pari opportunità del Comune di Erice e il Cpia – Centro per l’istruzione degli adulti – di Trapani.
“Oggi – dicono le sindacaliste Granello, Maltese e Parisi – le donne continuano a morire perché i femminicidi non hanno ancora avuto fine. Alla violenze si aggiunge anche la differenza di diritti tra generi. La disparità salariale è una realtà che vede le donne guadagnare il 17,9 per cento in meno rispetto agli uomini. Le donne – proseguono – continuano a doversi dimettere dal lavoro alla nascita del primo figlio. Un dato su cui riflettere è che sono le più brave a scuola, ma rispetto agli uomini raggiungono posizioni apicali in percentuale assai inferiore”.
Infibulazione, tratta dei migranti e i diversi simboli dei drammi subiti galleggiano nell’agitato mare del dipinto che l’artista ha intitolato “Lupus in fabula”. Tra un cuore che piange e una luna malinconica c’è, però, la speranza del sole che sorge lanciando un messaggio di accoglienza e solidarietà.
“L’arte – dice Nanno Gandolfo – è comunicazione, denuncia. Il filo conduttore del murales è la donna, per questo ho speso le mie capacità artistiche per affrontare il tema della violenza sulle donne e la negazione dei loro diritti. Ho scelto di trattare la tragicità del tema dell’infibulazione, sempre più presente in occidente, perché non solo comporta gravissimi rischi per la salute delle donne, ma provoca loro anche pesanti conseguenze psicologiche e sessuali”.
Durante l’iniziativa diverse donne provenienti dal Venezuela, dalla Romania, dall’Africa e dalla Nuova Zelanda hanno raccontato la loro esperienza di vita testimoniando la ragione, dettata dalla negazione dei diritti, della fuga dai paesi di origine.