Non erano trascorse le 24 ore e uno striscione, catenaccio e catena sono stati vandalizzati. È successo a Palermo ed ad essere stato rubato la raffigurazione del progetto dell’Asilo Nido di Brancaccio voluto dal Centro Accoglienza Padre Nostro
Il furto non è certo un bel segnale e preoccupa il racconto di chi transitando per quella via ha avvistato dei ragazzini “dell’età di circa 10 anni”, che richiamati per uscire fuori dal terreno hanno risposto: «tu cu sì. un è u tuo u tirrienu e ccà tu asilo un ni costruisci» (Tu chi sei, il terreno non è il tuo e qui tu asilo non ne costruisci).
Subito dopo sono scappati verso via Brancaccio direzione ex passaggio a livello, oggi vero e proprio Bronx di Brancaccio”.
L’autore del racconto è il Presidente del Centro Accoglienza, Maurizio Artale, che continua:
«Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? O qualcuno se ne è accorto e non ha detto niente per paura?»
Il messaggio del bambino era farina del suo sacco? Dobbiamo preoccuparci per il suo futuro o era il messaggio di un pavido infame che usa i bambini per inviare messaggi incivili?
E cosa significa quella sedia rotta posta dove era posizionata la pedana in cui ieri i relatori si alternavano a parlare?
Tutte le ipotesi devono farci riflettere ancora di più e in maniera sistematica.
Ieri nel mio discorso augurale all’iniziativa ho detto che “Per noi del Centro di Accoglienza Padre Nostro questo Asilo, più di ogni altra cosa, deve incarnare sul territorio la presenza dello Stato e di tutte le istituzioni che lo compongono.
I pellegrini che vengono a visitare i luoghi del Beato Giuseppe Puglisi dovranno vedere che Brancaccio vuole fortemente diventare un quartiere modello di innovazione formale di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione al suo futuro e cioè ai bambini. Quei bambini che, fin dal suo insediamento nella Comunità di Brancaccio, il Beato Giuseppe Puglisi volle tutelare e preservare dalle grinfie della mafia“.
C’è qualcuno che ancora oggi utilizza quei bambini come carne da macello, vuole rubargli il futuro e distruggere la speranza nelle poche persone oneste di Brancaccio.
Ieri erano presenti all’iniziativa: Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo; Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo; Mons. Luciano Giovannetti, Vescovo emerito di Fiesole e Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II; Maria Prestigiacomo, Assessore alla Riqualificazione urbana; Giuseppe Mattina, Assessore alla Cittadinanza sociale; don Maurizio Francoforte, parroco di Brancaccio; Diletta De Angelis, RUP comunale del progetto; Mario Greco, Presidente della Seconda Circoscrizione; Steny Di Piazza, Senatore; l’On. Roberta Alaimo in rappresentanza del Governo; Dott. Persico, Vicedirettore della CC Antonio Lo Russo Pagliarelli; Francesco Bertolino, Consigliere comunale; Pasquale Tusa, Consigliere della Seconda circoscrizione; Gianluca Inzerillo, Consigliere comunale; Nino Tranchina, Presidente delle Acli Provinciali Palermo; Andrea Tommaselli, Dirigente scolastico dell’I.C.S. Padre Pino Pug lisi; Palma Sicuro, Dirigente scolastico della D.D. F.sco Orestano; Angelo Di Vita, Dirigente scolastico del Liceo “Basile”; le Forze dell’ordine e oltre 200 cittadini.
Un altro episodio inquietante mi era successo quando abbiamo creato e poi donato al Comune il progetto per la realizzazione della piazza a Brancaccio: il sig. T.S. mi aveva minacciato di morte se si fosse realizzata la piazza.
C’è ancora una Brancaccio che non vuole far sviluppare e aprire il quartiere alla città, sarebbe ora di fargli cambiare idea”.
Ad esprimere subito solidarietà la CGIL che in un comunicato afferma:
“E’ un fatto preoccupante sul quale chiediamo alla magistratura e alle forze dell’ordine di fare piena luce – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – Il nostro incoraggiamento a non arretrare ma ad andare avanti tutti insieme per l’affermazione piena della legalità in una realtà difficile come Brancaccio: l’asilo che sarà costruito nel quartiere, intestato a padre Pino Puglisi, e realizzato ad opera del Comune di Palermo, rappresenta un simbolo di legalità e di promozione sociale ma che dobbiamo tutti quanti difendere. Esprimiamo solidarietà a chi sta operando per realizzare il sogno di don Puglisi e a quanti sono e saranno impegnati con orgoglio a lavorare per rendere la struttura centro di aggregazione sociale e punto di riferimento per gli abitanti del quartiere”.