Lampedusa, nave “Mare Jonio” sotto sequestro: “Felici di aver salvato 49 persone dall’inferno libico”

Foto Francesco Malingri, Mediterranea Saving Humans

LAMPEDUSA. Dopo lo sbarco dei naufraghi a Lampedusa dalla nave “Mare Jonio” del progetto “Mediterranea Saving Humans”  avvenuto ieri, la nave è stata posta  sotto sequestro. Ieri sera la Guardia di Finanza ha notificato al comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone, il sequestro probatorio della nave, disposto dalla procura di Agrigento che indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  “Il sentimento prevalente in Mediterranea è la gioia profonda di aver portato in salvo in un porto sicuro 49 persone sottratte ai pericoli della traversata e alle torture libiche. Sono entrate in Italia cantando ‘libertà, libertà’ perché per loro il nostro è ancora il paese dei diritti umani e della salvezza possibile” – affermano dalla Mare Jonio. I migranti sono scesi dalla Mare Jonio tra gli applausi della gente accorsa nel molo. Il primo a scendere dalla nave è stato un minore africano avvolto da una sciarpa bianca. I migranti sono stati fatti salire sui mezzi delle forze dell’ordine.

Al comandante Marrone si contesta il “non avere spento i motori, come ordinato dalla Guardia Costiera a poche miglia dalle acque territoriali italiane, mentre la Mare Jonio fronteggiava onde alte più di due metri, come si vede nel video che abbiamo diffuso ieri. Era un ordine – spiegano dalla Mare Jonio – impossibile da eseguire senza mettere in serio pericolo la sicurezza della nave e di tutte le persone a bordo, la cui tutela è l’obbligo prioritario di ogni comandante”.

Al momento, come scrivono sul sito della ong, non sono in corso interrogatori e non sono arrivate ulteriori notifiche. L’armatore di Mare Jonio è stato semplicemente convocato in capitaneria per le procedure di routine. “La nostra azione di obbedienza civile si è sempre mossa nel quadro giuridico delle norme vigenti, rispettando anche la loro gerarchia, avendo come bussola il diritto e i diritti che tutelano la vita e la dignità delle persone. Ancora una volta – concludono – si potrà dimostrare che le navi della società civile sono gli unici soggetti del Mediterraneo centrale che agiscono con queste priorità”.

Sul sequestro della nave intanto è arrivato il commento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini che sui social afferma: “Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga. Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per le persone a bordo (come documentato da foto), nessun mare in tempesta. – ha sottolineato il Vice Premier Salvini – Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco – ha concluso – stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada”.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.