Castelvetrano: i retroscena agli arresti dell’operazione Artemisia
Sul filo dei rapporti tra massoneria segreta e politica sono stati arrestati ieri in Sicilia l’ex presidente del Parlamento regionale Francesco Cascio e l’ex deputato Giovanni Lo Sciuto (ex Ncd). Indagine puntata tutta sugli affari segreti di Castelvetrano. Lì un incredibile concentrato di logge massoniche, nel paese del super latitante Matteo Messina Denaro. Sei logge appartenenti ai diversi ordini massonici, un alto numero di iscritti, oltre 200, alcuni contigui all’associazione mafiosa, altri appartenenti a quella che viene definita l'”area grigia” che favoreggia Cosa nostra. Logge riconosciute all’interno delle quali vigeva però quello che i magistrati hanno indicato come il “sistema Lo Sciuto” dal nome del principale indagato dell’operazione “Artemisia”, ex componente anche della commissione antimafia regionale (quando era presieduta dall’attuale Governatore della Sicilia Nello Musumeci). Giovanni Lo Sciuto è stato arrestato ieri assieme ad altre 26 persone dai Carabinieri del comando provinciale di Trapani comandato dal colonnello Vitagliano. Ma il numero degli indagati supera quota 40. Contro Lo Sciuto diverse accuse, dalla corruzione alla concussione, dal peculato al traffico illecito di influenze, m la più pesante quella di associazione a delinquere e di appartenenza ad associazione segreta. L’ex deputato sarebbe stato un “maestro venerabile” vero e proprio. Capace di far tutto, dalla gestione dei corsi di formazione professionale attraverso l’Anfe di Paolo Genco, protetto a tal punto di far finire sotto minaccia l’assessore alla formazione dell’epoca Marziano, alla gestione di pratiche Inps, dalla gestione degli affari comunali, utilizzando altri presunti “fratelli”, come l’ex sindaco Felice Errante, il vice Vincenzo Chiofalo, un consigliere comunale potente come Luciano Perricone, dirigenti di Asp e avvocati, sino alle raccomandazioni fin dentro l’Università di Palermo, indagato è l’attuale assessore regionale ed ex rettore Roberto Lagalla. L’ordine di arresto è arrivato dalla Procura di Trapani guidata da Alfredo Morvillo, la firma sull’ordinanza è del giudice Cersosimo, la richiesta è stata firmata da un pool di pm, Morri, Tarondo e Urbani. In oltre mille pagine è spiegata l’indagine condotta dagli investigatori dell’Arma guidati dal tenente colonnello Merola. Le logge finite sotto inchiesta sono quelle del Grand Orient de France e della Loggia Regolare d’Italia. Paravento il centro sociologico italiano di Castelvetrano, ma la sorpresa è stata anche quella che le riunioni di questa loggia segreta si tenevano in una pizzeria , la Myros. Massoneria in grado di sapere anche le indagini delle Procure: un passaggio rimasto non riscontrato, così scrive il gip, quello che all’interno della magistratura ci sia potuto essere qualche “fratello” ben disponibile a passare notizie. Nessun dubbio invece che a fare le spiate sarebbero stati tre poliziotti, uno dei quali in servizio alla Dia di Trapani. Ma è proprio sulle fughe di notizie che l’indagine ha travolto l’ex presidente del Parlamento Regionale, Francesco Cascio, e Giovannantonio Macchiarola l’ex segretario particolare del ministro Alfano, quando questi sedeva al Viminale, rispettivamente per loro accuse di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d’ufficio. Da loro Lo Sciuto ha saputo di essere sotto inchiesta. Ma incredibilmente era pronto alla nuova campagna elettorale. A Castelvetrano dopo due anni di commissariamento antimafia il prossimo mese di vota. E l’attuale presidente dell’antimafia regionale Fava si è chiesto se sia davvero opportuno andare a votare.
Intanto già ieri pomeriggio sono cominciati gli interrogatori degli indagati. Sono stati sentiti dai pm della Procura di Trapani alcuni degli indagati del blitz Artemisia non raggiunti da misura cautelare. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli avvocati Vincenzo Salvo e Daniela Noto, che è stata assessore del Comune di Castelvetrano nella giunta Errante. Ha risposto ai pm invece l’indagato Domenico Bua. Per tutti e tre la procura aveva chiesto l’applicazione della misura cautelare respinta dal gip perchè «gli indizi a suo carico non appaiono connotati da quella gravità che permette l’adozione di provvedimenti cautelari». Oggi verranno ascoltati Giovannantonio Macchiarola, segretario dell’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano, accusato di rivelazione del segreto, e l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla (oggi assessore regionale all’Istruzione) indagato nel blitz Artemisia per abuso d’ufficio.