Trapani: cinque misure revocate. In tutto sono 55 i denunciati alla Dda da parte dei carabinieri. Anche i Mannina e l’ex presidente del Consiglio comunale Di Bono
Le posizioni più pesanti e cioè quelle dei fratelli Franco e Pietro Virga, dell’ex consigliere comunale Psi Franco Orlando, dell’imprenditore Ninni D’Aguanno e dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, sono state confermate nella loro gravità dal Tribunale del Riesame che non ha modificato le misure cautelari emesse nei loro confronti dal gip del Tribunale di Palermo Morosini nell’ambito dell’operazione antimafia “Scrigno”. Dopo la scarcerazione anche dai domiciliari dell’ex assessore comunale Ivana Inferrera, ai domiciliari è stato posto adesso dai giudici del riesame il conclamato boss di Cosa nostra trapanese Nino Buzzitta. Sono tornati in libertà invece il commerciante Mimì La Russa, l’ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese, ed i marsalesi Diego e Salvatore Angileri. Intanto proprio dall’attività svoltasi dinanzi al Tribunale del riesame si apprendono ulteriori particolari sull’indagine condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, riguardante l’attività dentro al mandamento mafioso di Trapani. L’inchiesta ha sopratutto affrontato gli affari politico elettorali di Cosa nostra. Il rapporto dei carabinieri alla Procura antimafia risale al maggio 2018, in quell’occasione sono state 55 le persone denunciate dall’Arma alla Procura antimafia di Palermo. Tra i nomi dei denunciati alla Dda emergono quelli dei Mannina, Vito e Simona, padre e figlia e dell’ex presidente del Consiglio comunale di Trapani, avvocati Francesco Di Bono. I loro nomi comunque non fanno parte di quelli destinatari dell’ordinanza del gip Morosini.